Ndeye Faye: «La ricchezza delle mie due culture»

di Stefania Ragusa

Ciao! Sono Ndeye, sono nera, sono veneta, sono senegalese e sono allergica al pesce.
Proprio così, sono italiana anche se quando lo dico molti si sorprendono. E sono senegalese anche se non posso mangiare il pesce, e quando lo dico nessuno ci crede.
Io sono nata così, a Schio in provincia di Vicenza, classe ’98, sotto l’altopiano di Asiago, intorno a me la primavera di marzo, sulla mia pelle la perenne estate del Senegal.
Di fronte a me due famiglie: una senegalese e una italiana.
Due famiglie: da una parte mamma e papà senegalesi, dall’altra la nonna e il nonno, la mamma e il papà veneti. Due culture, due tradizioni che sono letteralmente il bianco e il nero, lo ying e lo yang. Niente in comune se non l’amore per me, e la volontà di crescermi pronta per una società dove essere donna e nera significa trovarsi in fondo alla piramide.
Cresciuta divisa a metà da sempre, infanzia con la nonna italiana che mai ha smesso di viziarmi e prima adolescenza, tra due culture che a forza di tirarmi da un continente all’altro mi hanno confusa, mi hanno fatto male, ma mi hanno amata tanto e resa ciò che sono oggi: un’italiana di seconda generazione, pugile, promoter per BYP in Croazia in estate e studentessa universitaria alla facoltà di Scienze per l’investigazione e la sicurezza a Narni in provincia di Terni.
Cresciuta divisa a metà tra i miei amici veneti di Cogollo del Cengio, che mai hanno parlato di differenze, e i miei amici senegalesi di Schio, che mi hanno sempre definita “troppo italiana”.
Non è semplice crescere così, ti chiedono di scegliere, ma in realtà non c’è nessuna scelta.
Non si può decidere una cosa così. Non si può scegliere tra una cultura o l’altra, semplicemente perchè rinunciando a una rinunci ad una parte di te stesso. E questo non è giusto, l’unica cosa giusta è scegliere se stessi. Chi ti chiede di scegliere, forse non tiene a te così tanto.

Non è semplice crescere così perchè sono poche le persone che non ti dicono che sei diverso, sono poche le persone che ti dicono che sì, un giorno anche tu potrai diventare ciò che vuoi. Essere di seconda generazione vuol dire avere più culture, ma come si fa in una società, in una famiglia, in una scuola dove tutti apparentemente sanno cos’è meglio per te, ma nessuno capisce davvero cosa provi?
A 16 anni ho deciso di partire per l’Africa, da sola, scoprire le mie origini senegalesi forse avrebbe dato risposte a domande che la mia cultura veneta ormai non poteva più rispondere. E così è stato. Fino a prima di quel viaggio, ho sempre pensato che forse avrei dovuto scegliere,tra l’essere senegalese o veneta, italiana o africana, seguire una delle due famiglie… Invece no, grazie all’ Africa ho avuto il coraggio di coinciliare la mia vita, la mia cultura, la mia identità.

“Cara Africa. Dio mio, Africa sei bellissima.
Madre Africa è di chi la sa amare, ascoltare; di chi lascia che Africa gli insegni qualcosa. Ed è ciò che ho fatto io, ho lasciato che mi insegnasse chi sono e che cosa significa vivere.”
Ora non è più tutto bianco o nero, ora è giallo, che è il mio colore preferito, giallo come il sole, giallo come la copertina del mio libro. Allergica al pesce, Hakuna Matata nasce infatti dalla mia esperienza nel 2014 in Senegal. E questa non è solo la mia storia: dedico il libro a tutti i ragazzi che come me hanno genitori stranieri, e rappresentano la seconda generazione, in un periodo che sembra considerare  le migrazioni un problema, io ho cercato di dimostrare cos’è l’integrazione, e cosa si prova a vivere in mezzo a due culture, cosa vuol dire crescere col dubbio di non sapere a che società si appartiene. Agli italiani di seconda generazione come me, auguro di essere felici, ma soprattutto coraggiosi, in una società dove ancora c’è chi non è pronto per noi, noi dobbiamo essere leoni.
Avere due culture potrebbe essere come non averne nessuna, perchè non sarai mai accettato pienamente da nessuna di esse, nessun popolo ti farà sentire pienamente parte di sé. D’altra parte è indubbiamente una ricchezza, perchè avere due culture vuol dire vedere il mondo da più prospettive, e chi dice che la realtà sia solo una?Il mio è stato un viaggio alla scoperta di chi ero e di chi volevo diventare, perchè solo io posso decidere chi essere. Non sarà la pelle o la religione a farlo al posto mio, per seguire i propri sogni c’è bisogno di pazienza e forza di volontà, che poi, questa “Hakuna Matata” arriverà!

(Ndeye Fatou Faye “Andy“)

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