L’autrice è danzatrice professionista, versata più nel ballo argentino che nelle cose africane (e ogni tanto nel libro lo si avverte). In ogni caso è interessante la sua ricerca delle tracce africane di questa espressione coreografica in apparenza così lontana dall’africanità tradizionale e sviluppatasi in uno dei Paesi più “bianchi” del Sud America.
In effetti, più che le eventuali reminiscenze africane del tango in materia di ritmo, melodia e tipo di danza (che pur si possono qua e là rintracciare, specie nella forma che questa danza assumeva tra Ottocento e Novecento), il libro evidenzia il protagonismo di ballerini e bandoneonisti. Tra questi ultimi, un unico nome femminile, quello della negra del bandoneón, Fermina Marestany.
Merita una menzione l’accurata edizione del piccolo libro, ricca di immagini documentarie anche a colori, con alcuni testi di tangos negros nonché bibliografia e, soprattutto, discografia.
Abrazos, 2015, pp. 64, € 12,00
(Pier Maria Mazzola)
