Antonella Bundu, la prima candidata nera a sindaco di una grande città italiana (Firenze), ha parlato del razzismo e della crescente violenza contro gli stranieri e le donne a un mese dalle elezioni.
Bundu è figlia di madre fiorentina e padre della Sierra Leone, ha 49 anni ed è stata scelta come candidata in una coalizione di partiti della sinistra radicale dopo anni di attivismo politico nella sua città natale.
Il suo programma rappresenta un’alternativa all’idea dell’Italia rappresentata dall’attuale ministro dell’Interno Matteo Salvini, che secondo Bundu «ha quasi istituzionalizzato il razzismo e la discriminazione».
«Non sto dicendo che non c’erano [episodi di razzismo] prima, ma un tempo la gente aveva più paura di dimostrare l’odio razziale», ha detto Bundu, aggiungendo che «ora il razzismo è stato sdoganato, perché se hai un rappresentante del governo come il ministro degli Interni, che dice e fa queste cose, una persona si sente legittimata a ripeterle».
Ha anche sottolineato che la sua candidatura a sindaco è importante non solo perché è nera, ma anche perché è una donna: «Penso che [questo] sia molto importante in questo momento in cui la violenza di genere è l’unico crimine in aumento in Italia. L’attuale governo, con [il senatore Simone] Pillon e il ministro della Famiglia [Lorenzo] Fontana, stanno facendo politiche contro tutto ciò che avevamo costruito a favore delle donne per anni».
Le elezioni locali si terranno in concomitanza con le elezioni europee (26 maggio).