Netflix e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco) hanno lanciato un nuovo concorso di cortometraggi nell’Africa subsahariana intitolato “African Folktales, Reimagined” volto a scovare e coltivare nuovi talenti africani in campo cinematografico. Il bando si è aperto ieri
I vincitori del concorso saranno formati e seguiti da professionisti del settore e riceveranno un budget di produzione di 75.000 dollari per creare cortometraggi che saranno presentati in anteprima su Netflix nel 2022 come “Antologia di racconti popolari africani”.
“Vogliamo trovare le rivisitazioni più coraggiose, più spiritose e più sorprendenti di alcuni dei racconti popolari più amati dell’Africa e condividerli con gli appassionati di intrattenimento di tutto il mondo in oltre 190 Paesi”, si legge sul sito del concorso.
Il bando, che sarà amministrato da Dalberg, sarà aperto fino al 14 novembre. Ognuno dei sei vincitori riceverà una sovvenzione di produzione di 75.000 dollari attraverso una società di produzione locale per sviluppare, girare e post-produrre i propri film sotto la guida di mentori del settore selezionati da Unesco e Netflix per garantire che tutti coloro che sono coinvolti nella produzione siano equamente compensati. Inoltre, ognuno dei vincitori riceverà anche 25.000 dollari.
Unesco e Netflix precisano che il concorso e il loro partenariato aiuterà anche a creare occupazione sostenibile e a incoraggiare la crescita economica e contribuirà quindi al raggiungimento dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, una serie di obiettivi stabiliti dalle Nazioni Unite che mira a porre fine alla povertà globale in tutte le sue forme entro la fine di questo decennio. Questo concorso cinematografico contribuirà anche a ridurre le disuguaglianze facilitando l’accesso ai mercati globali e garantendo condizioni di lavoro dignitose, precisano gli organizzatori. Tutti obiettivi chiave dell’Agenda 2030.
Il concorso è aperto a registi emergenti dell’Africa subsahariana sul tema “African Folktales, Reimagined”. Un focus, quindi, sui racconti popolari che sono sempre stati un modo importante in Africa di trasmettere la cultura, il patrimonio e i valori alle generazioni future, invitando costantemente le persone a re-immaginare la loro rilevanza per le nostre società contemporanee. Il concorso mira quindi a sfruttare questa importante tradizione con una prospettiva moderna, facendo leva sui nuovi mezzi di distribuzione di contenuti artistici e creativi, come Netflix.
“È importante che il settore cinematografico agisca per garantire che le voci dell’Africa siano ascoltate, sostenendo l’emergere di diverse espressioni culturali, proponendo nuove idee ed emozioni, e creando opportunità per i creatori di contribuire al dialogo globale per la pace, la cultura e lo sviluppo”, ha commentato – come si legge sul sito del concorso – Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco
A fargli eco il vicedirettore generale della cultura dell’Unesco, Ernesto Ottone: “il settore cinematografico deve garantire la promozione dei talenti creativi dell’Africa, sostenendo i giovani talenti e facendo in modo che i registi africani contribuiscano all’industria cinematografica internazionale”.
Da parte sua Netflix si è espresso tramite le parole del suo Co-Ceo e Chief Content Officer, Ted Sarandos: “crescendo, l’intrattenimento è stato il mio modo di connettermi con le persone. Mi sono innamorato delle storie e dei personaggi che vedevo sullo schermo e ho sperimentato come la narrazione abbia il potere di ispirare, ed è per questo che sono entusiasta di questa partnership con l’Unesco e delle opportunità future. Insieme promuoveremo le culture locali e sosterremo le industrie creative nel raccontare storie che attraversano i confini, riflettono verità universali e, infine, ci uniscono”.
Secondo il direttore dei contenuti in Africa di Netflix Ben Amadasun “l’Africa ha un ricco patrimonio di storie e una ricchezza di racconti popolari che sono stati tramandati per generazioni. Quando si sposano queste storie molto locali con il talento emergente dell’Africa, non c’è limite a nuove storie fresche per connettere le persone con le culture africane e avvicinare il mondo.”
Per il primo turno, i candidati dovranno presentare una sinossi del loro progetto (non più di 500 parole), nonché i link a un Curriculum Viate recente e un portfolio o prova di eventuali lavori audiovisivi passati che hanno prodotto.
(Foto di copertina courtesy Andrea Frazzetta)