Netumbo Nandi-Ndaitwah, leader del partito di governo South West Africa People’s Organisation (Swapo), è stata eletta come presidente della Namibia, ottenendo il 57% dei voti e diventando la prima capo dello Stato donna del Paese. “La nazione namibiana ha votato per la pace e la stabilità”, ha affermato Nandi-Ndaitwah parlando subito dopo l’annuncio.
La Commissione Elettorale ha ufficializzato i risultati ieri sera. Risultati contestati dalla maggior parte dei partiti di opposizione, tra cui l’Independent Patriots for Change (Ipc), il cui candidato, Panduleni Itula, si è fermato al 26%. Il partito ha definito i risultati frutto di “un deliberato tentativo di frustrare gli elettori”. Itula ha dichiarato che il suo partito non riconoscerà i risultati, denunciando gravi irregolarità elettorali, aggravate da problemi logistici e dalla proroga di tre giorni delle votazioni in alcune aree del Paese. L’Ipc, che aveva già eroso la popolarità di Swapo nelle elezioni del 2019, ha annunciato che farà ricorso alla giustizia. Il partito ha inoltre esortato i cittadini che ritengono di essere stati esclusi dal voto a presentare denunce alle autorità.
Le elezioni sono giunte in un periodo di crisi per i partiti che hanno governato la regione dalla stagione delle indipendenze. Recentemente, l’African National Congress in Sudafrica ha perso la maggioranza parlamentare; in Botswana il Partito democratico è stato sconfitto dopo quasi sessant’anni di dominio; in Mozambico, i risultati delle elezioni che danno come vincente il partito al potere (Frelimo) sono stati contestati e si sono aperte tensioni con l’opposizione che, al momento, non sono ancora state risolte. Anche per Swapo le sfide future si annunciano complesse.
Swapo, partito al potere dalla conquista dell’indipendenza nel 1990, ha visto negli ultimi anni un calo del consenso. Nandi-Ndaitwah, vicepresidente del partito e figura storica del governo, entra in carica in un contesto segnato da crescenti critiche alla gestione del Paese.
Il candidato d’opposizione Panduleni Itula ha invitato i suoi sostenitori alla calma, ma ha anche esortato “a restare fermi per garantire che non saremo derubati né ci verrà negato il nostro diritto democratico di scegliere i nostri leader”.
Le accuse di irregolarità sono state ulteriormente ribadite da un’organizzazione di avvocati per i diritti umani dell’Africa meridionale, presente come osservatore elettorale, che ha dichiarato che i ritardi alle urne erano “intenzionali e diffusi”.
Questa disputa elettorale si inserisce in un contesto di tensioni politiche crescenti in Namibia, con lo Swapo che affronta una crescente perdita di consenso dopo decenni di dominio politico.