Il mondo della cultura africana è in lutto: si è spento colui che era considerato un pioniere del film documentario in Africa, Inoussa Ousseini, deceduto il 5 gennaio all’età di 72 anni in un ospedale di Parigi, dove risiedeva in qualità di ambasciatore del Niger presso l’Unesco.
Interessato al cinema sin da giovane, all’età di 15 anni Ousseini fu segnato dall’incontro con il cineasta ed etnologo francese Jean Rouch, che svolse gran parte della sua attività in Africa occidentale, soprattutto in Niger dove divenne anche un riferimento centrale per la locale cinematografia. Studente presso il liceo nazionale di Namey, Ousseini era allora il responsabile del cine-club, presso il quale invitava regolarmente Rouch a presentare le sue opere.
Giunto a Parigi nel 1968 per studiare, su consiglio del suo mentore Rouch – uno degli ispiratori della ‘Nouvelle vague’ – seguì sia studi di cinema presso la Cinemathèque di Parigi, che un percorso generalista per entrare nella pubblica amministrazione. Nel 1979 Ousseini fu nominato primo direttore del Cidc-Ciprofilms, consorzio interafricano per la distribuzione cinematografica, con sede a Ouagadougou, in Burkina Faso.
Premiato al Gran Premio del cortometraggio del festival di Dinard per ‘Paris, c’est joli’, un corto realizzato nel 1974, fu nominato dalle nuove autorità militari golpiste di Seyni Kountche direttore del dipartimento audiovisivo del Cnrs di Niamey, che aveva fondato Rouch.
L’opera ‘Paris, c’est joli’ (È bella, Parigi) in 23 minuti descrive una situazione ancora molto attuale: un giovane africano arriva in Francia in maniera irregolare. In 24 ore, il protagonista si trova disorientato, imbrogliato e privato dei suoi magri averi. Dopo una notte all’addiaccio, manda a casa alla famiglia una cartolina su cui scrive, appunto, ‘Paris, c’est joli’. Il film ha anche vinto nel 1976 il premio della critica del Fespaco, il principale festival di cinema in Africa subsahariana.
In ‘La Sanguissuga’, un cortometraggio di soli 13 minuti girato nel 1970, Ousseini critica la distruttiva concezione occidentale dell’amore. Assieme a Jean Rouch, nel 1976, gira ‘Médecins et Médecines’, su dispensario in un’area rurale del Niger, e sulla collaborazione tra i medici e la guaritrice locale (zima).
‘Wasab Kara’, del 1980, ritrae invece la forma teatrale più popolare in Niger. Ad essa si fa ricorso per parodiare le vicende più salienti della vita politica del paese: nel film, la visita del Presidente della Nigeria.
Della biografia di Inoussa Ousseini va ricordato che è stato ministro della comunicazione e della cultura sotto il regime del presidente Ibrahim Bare Mainassara.
Specializzato nel genere documentario, Ousseini fondò nel 2006 a Niamey il Forum del film documentario. ‘Il grande raduno annuale del documentario nella capitale è stata una delle grandi iniziative per le quali ha lottato anima e corpo, nonostante la malattia che lo stava divorando, per garantire la regolarità delle sue edizioni annuali’, scrive nella sua necrologia il sito Tamtaminfo.
(Céline Camoin)