Il Coordinamento regionale della società civile di Agadez, un’organizzazione della società civile nel nord del Niger, protesta lamentando che la procedura di reclutamento di una società mineraria che fa capo alla Global Atomic Corporation escluda de facto un loro possibile inserimento lavorativo ed esprime preoccupazione sull’impatto ambientale che quel progetto potrebbe avere sul territorio.
La compagnia mineraria canadese è titolare di un permesso per estrarre uranio dal nord del Niger, nel comune urbano di Tchirozérine: l’agosto scorso Global Atomic ha firmato con il governo di Niamey la costituzione di una joint-venture, la “Société des Mines de Dasa” (Somida) detenuta all’80% dai canadesi e al 20% dallo Stato del Niger e il cui consiglio di amministrazione sarà composto da sei rappresentanti canadesi e tre nigerini.
Stephen Roman, Presidente e Ceo di Global Atomic, ha dichiarato alle agenzie stampa che l’inizio delle operazioni è previsto per il prossimo novembre. L’operatore canadese ha ottenuto nel 2020 un’importante concessione per lo sfruttamento di questa miniera a nord di Agadez, dove prevede di poter estrarre uranio a partire dal 2025: lo studio di fattibilità evidenzia una vita iniziale per la miniera a 12 anni e copre meno del 20% della mineralizzazione dell’intero progetto. Secondo le stime, il progetto implica un’investimento di 208 milioni di dollari per una capacità estrattiva annua di 3,8 milioni di libbre di octaossido di triuranio, creare 217 posti di lavoro diretti ed è considerato un’alternativa alla chiusura della miniera della Cominak, avvenuta il 31 maggio 2021, il cui amministratore delegato Moussa Souley è stato nominato a capo di Somida. Il valore netto di questo progetto estrattivo sarebbe di 124 milioni di dollari e un tasso di rendimento interno (Irr) al netto delle imposte del 22,7%. La miniera è stata scoperta da Global Atomic nel 2010 e dall’anno successivo, si legge sul sito della compagnia canadese, fondi di JP Morgan, Macquarie e Investec hanno contribuito allo sviluppo del piano di fattibilità.
Sembra tuttavia che i criteri di assunzione del personale locale non consentano ai giovani della zona di poter accedere ai posti di lavoro. I giovani del Coordinamento chiedono l’annullamento del bando di assunzione, ma anche l’allontanamento dell’amministratore delegato della società. In una lettera al giornale locale Air Info, i giovani del comune rurale di Tabelot chiedono “l’apertura di negoziati tra la Global Atomic e le organizzazioni giovanili”, di essere ascoltati e presi sul serio e di “non esacerbare il già preoccupante clima di insicurezza che regna nella regione”. La gioventù locale si preoccupa anche per l’aspetto legato al trattamento dei rifiuti e chiede alla società mineraria di di “rendere pubblico lo studio sull’impatto ambientale e sociale, nonché gli accordi ufficialmente firmati dalle due parti nell’ambito del progetto del sito di Tagaza (Dasa)”.
Nella lettera su Air Info si lamenta anche la complicità e l’assenza di trasparenza da parte degli enti locali, denunciando la mancata informazione e l’insufficiente comunicazione da parte dei servizi statali competenti e coinvolti nel progetto. Questo, per il Coordinamento, crea un “clima di sfiducia e incomprensione che non favorisce una buona comprensione tra gli attori”.
Le organizzazioni della società civile regionale, da Agadez, Tchirozerine, Ingal, Tabelot, denunciano da tempo la situazione “discriminatoria”, ed hanno impugnato il bando di assunzione lanciato dalla società canadese, una situazione di esclusione: la società sta cercando un ingegnere minerario e tre tecnici specializzati, ma “visti i criteri richiesti”, in particolare l’esperienza lavorativa pregressa di almeno 5 o 10 anni, i giovani di Agadez sostengono che il bando escluda “i giovani laureati” e “non promuove alcuna prospettiva di sviluppo locale” in una regione dove di recente sono state chiuse ben tre miniere, lasciando a casa senza lavoro centinaia di persone.