Il governo di transizione militare del Niger ha manifestato sabato il suo disaccordo nei confronti di alcuni tentativi di voler introdurre diritti a favore delle persone Lgbtqa+ nel sistema educativo del Paese. La posizione dell’esecutivo nigerino è stata espressa attraverso una comunicazione della ministra dell’Istruzione nazionale, dell’alfabetizzazione, dell’istruzione professionale e della promozione delle lingue nazionali, Elisabeth Sherif, durante un Consiglio dei ministri tenutosi lo stesso giorno.
“Il governo è stato informato dei tentativi sovversivi di alcuni ambienti satanici, in collaborazione con una potenza straniera e un piccolo gruppo di avidi nigerini, di introdurre pratiche e dibattiti Lgbt nella nostra società, in particolare nell’ambiente educativo”, ha dichiarato la ministra dell’Istruzione.
“Il governo è indignato e castiga l’approccio di alcuni Paesi che consiste nel rifiutare i visti medici o per studio a studenti regolarmente iscritti nelle loro università, mentre concedono visti, in modo subdolo, ai giovani nigerini, che spesso vengono ingannati per i fini del loro soggiorno, per partecipare a incontri di promozione Lgbt”, ha aggiunto Sherif. A tal fine, ha proseguito la ministra, “il governo rassicura i nigerini che tutte le misure sono state adottate”, citando da un lato la volontà del governo di “identificare e consegnare alla giustizia i responsabili e i loro complici di questo approccio contrario al nostro leggi”, e dall’altro “affinché le azioni e i messaggi portati dai nigerini, ovunque nel mondo, siano conformi alle nostre leggi, alla nostra cultura e alla nostra religione”.
In quest’ottica, ha detto, “il governo ha già adottato tutte le misure per impedire il viaggio dei nostri bambini piccoli”.