Il chitarrista più famoso del Sahel, il nigerino Bombino, sarà sul palco dell’Auditorium Parco della musica a Roma il 19 novembre, nell’ambito del RomaEuropa Festival. Omar “Bombino” Moctar “è la stella più luminosa del desert blues, canta nella lingua dei tuareg, il tamashek, e ha da tempo conquistato il cuore del pubblico italiano grazie al suo stile inconfondibile”, scrivono gli organizzatori.
Nato a Tidene, nei pressi di Agadez, nel nord del Niger, nel 1980, esponente della comunità degli Ifoghas, ha vissuto diversi anni in esilio a causa delle rivolte tuareg.
Il sito del cantante narra che “una siccità colpì il Niger e il Mali nel 1984, uccidendo la maggior parte del loro bestiame e costringendo molti residenti a lasciare il Paese e trasferirsi nelle grandi città, o a emigrare in Algeria e Libia. Sentendosi dimenticate e sottorappresentate dai governi locali, le comunità tuareg di questi Paesi stanno organizzando una rivolta per difendere i propri diritti. Prima che iniziasse lo scontro, i ribelli avevano già cominciato a coltivare idee di ribellione nella loro comunità attraverso il canto e la chitarra, uno strumento recentemente adottato dalla loro cultura. Musicisti come Intayaden, Abreyboun de Tinariwen, Keddo, Abdallah de Niger e altri cantano canzoni popolari che proclamano i diritti e l’eredità dei Tuareg. Questo stile è chiamato “ishoumar”, derivato dalla parola “disoccupato”, perché il popolo tuareg perdeva il bestiame a causa della siccità e non poteva più provvedere a sé stesso. Successivamente il nome “ishoumar” divenne sinonimo di “ribelle”.
Nel 1990 scoppiò la prima rivolta tuareg in Mali e Niger, quando commando tuareg organizzarono un attacco contro l’esercito e il governo. I governi lanciano un contrattacco, accusando i tuareg di essere nemici dello Stato e mandandoli in esilio. Bombino fuggì con il padre e la nonna, stabilendosi in Algeria dove avevano famiglia. Un giorno, alcuni membri della sua famiglia arrivano dal fronte della ribellione, portando con sé due chitarre che lasciano a Bombino per qualche mese. Bombino li usa per imparare a suonare la chitarra, pizzicando qualche nota per imitare le canzoni ishoumar che conosceva.
Nel 1992 e nel 1993 il regime militare del Niger venne sostituito da un governo democratico. Si formano diversi partiti politici, a seconda delle divisioni etniche. Si forma un partito tuareg. La musica gioca, ancora una volta, un ruolo importante nella comunità, questa volta per spiegare l’importanza del sistema democratico in Niger. Nonostante il conflitto militare non sia del tutto finito, Bombino e la sua famiglia stanno tornando ad Agadez.
Durante un viaggio a Niamey, in Niger, per cure mediche, Bombino incontra suo zio Rissa Ixa, famoso pittore tuareg, che gli regala una chitarra. Dopo il suo ritorno ad Agadez, Bombino si unì al partito politico Tuareg dove incontrò il miglior chitarrista del partito, Haja Bebe. Ha iniziato a prendere lezioni di chitarra, sviluppando il suo talento al punto che Haja Bebe lo ha invitato a suonare nella sua band. Fu durante questo periodo che Bombino ricevette il suo soprannome. Poiché era il più giovane e il più piccolo del gruppo, gli altri musicisti lo chiamavano Bombino, storpiatura della parola italiana “bambino”.
Bombino ha adottato una vita da musicista professionista, suonando in manifestazioni politiche, matrimoni e altre cerimonie.
Negli ultimi anni, Bombino è diventato un musicista acclamato in tutto il mondo e ha collaborato con numerosi artisti e ammiratori come Stevie Wonder, Keith Richards, Robert Plant, Dave Longstreth, Dan Auerbach e molti altri. Ha partecipato al Bonnaroo e al Newport Folk Festival, elogiato da Pitchfork come “autentico e ambizioso.”