Sviluppo, difesa e diplomazia sono i tre assi della tabella di marcia strategica della confederazione degli Stati del Sahel, discussa ieri a Niamey, in Niger, dai capi di governo dei tre Paesi membri: Niger, Mali e Burkina Faso.
Il primo ministro nigerino Ali Mahamane Lamine Zeine ha infatti presieduto ieri a Niamey un incontro definito “importante” per il futuro dell’Alleanza dei Paesi del Sahel (Aes), insieme ai suoi omologhi Rimtalba Jean Emmanuel Ouedrago del Burkina Faso e al generale Abdoulaye Maiga del Mali. Lamine Zeine ha riaffermato l’impegno dei leader a “dispiegare tutti gli sforzi necessari per il benessere e la sicurezza del popolo dell’Aes”, sottolineando che l’efficacia di questa tabella di marcia dipenderà dalla collaborazione tra le nazioni.
In questa dinamica, il capo della delegazione burkinabè ha sottolineato l’importanza dei comitati nazionali Aes già costituiti nei tre Paesi. Ha inoltre sottolineato le attuali sfide regionali, compresi i tentativi di destabilizzazione, e ha insistito sulla necessità di una cooperazione rafforzata per affrontarle. A margine della riunione, i tre primi ministri hanno incontrato il presidente del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp), il generale Abdourahamane Tiani. Secondo il generale Maiga, questo incontro ha permesso ai leader di assorbire le direttive dei Capi di Stato, per rispondere meglio alle sfide strategiche che la regione deve affrontare.
In conclusione, i primi ministri hanno riaffermato il loro desiderio comune di realizzare la visione dei capi di Stato dell’Aes, consolidando la sovranità e l’autonomia delle tre nazioni di fronte alle sfide regionali.
Nel Paese ha fatto notizia il rinvio della comparsa davanti a un giudice nigerino di Moussa Tchangari, direttore dell’associazione Alternative Espaces Citoyens e nota figura dell’attivismo della società civile del Niger. Tchangari doveva essere presentato ieri al giudice, ma i suoi avvocati hanno fatto sapere che l’udienza è stata posticipata.
Moussa Tchangari è stato “rapito”, secondo il suo entourage, il 3 dicembre intorno alle 20:00, da uomini non identificati, quindi è stato detenuto per due giorni in un luogo segreto prima di essere posto in custodia di polizia presso la sede dei servizi per la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata.
Nei giorni scorsi, una ventina di intellettuali di varie nazionalità hanno redatto e pubblicato una virulenta denuncia della restrizione delle libertà in atto in Niger, dal colpo di Stato del 26 luglio 2023 che ha rovesciato il presidente Mohamed Bazoum e messo fine all’ordine costituzionale del Niger
“Dal colpo di stato militare, le libertà individuali e collettive sono state sempre più imbavagliate dal regime in carica, sempre con la stessa strategia: fare affidamento sulla disinformazione e utilizzare una retorica virulenta sui social network contro chiunque esprima la minima riserva sulle scelte politiche e diplomatiche del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp). Notiamo con la massima preoccupazione che, da un anno e mezzo, lo spazio civico si sta restringendo come mai in Niger. Con l’arresto di diversi giornalisti o blogger si è progressivamente instaurato un pesante clima di autocensura, che purtroppo si riscontra anche in diversi paesi della subregione in mano a regimi autoritari”, si legge nella dichiarazione.
“Moussa Tchangari, da parte sua, è rimasto costante nella sua posizione di voce critica che è sempre stata, anche contro il regime rovesciato dai militari. Nelle settimane successive al colpo di Stato pubblicò per la prima volta diversi testi, inclusa questa analisi implacabilmente lucida del pericolo militarista nel Sahel. Ha anche twittato regolarmente, sottolineando, con la verve che lo caratterizza, le piccole e grandi disgrazie della governance nei Paesi del Sahel, senza dimenticare gli errori della politica francese in Africa. Moussa Tchangari è uno spirito libero, di grande esigenza intellettuale, e le sue convinzioni progressiste e antimperialiste non sono mai variate. Ciò gli è valso non solo guai giudiziari sotto diversi governi (e l’ostracismo dei diplomatici francesi di stanza nel suo Paese), ma anche e soprattutto numerosi inviti, in Africa e in Europa in particolare, a partecipare a riflessioni di alto livello sulla questione democrazia, la crisi della sicurezza nel Sahel o perfino i diritti umani messi alla prova da regimi eccezionali”.
I firmatari denunciano “una sorta di disperata ironia nel fatto che un uomo di tale integrità venga arrestato e accusato di accuse così gravi, anche se potrebbe, insieme ad altri connazionali del suo calibro, contribuire pienamente ad una consultazione nazionale sulla definizione di a nuovo contratto sociale in Niger, un passo essenziale per un Paese immerso in una gravissima crisi multidimensionale”.
“Crediamo fermamente che l’arresto di Moussa Tchangari sia irragionevole e offensivo: mira solo a mettere a tacere le voci critiche. Noi sottoscritti crediamo che la credibilità della giustizia nigerina dipenda dall’immediato rilascio di Moussa Tchangari per consentirgli di continuare ad assumere il suo ruolo essenziale di cittadino-attivista illuminato e vigile”.
I firmatari sono Gus Massiah, economista (Francia), Yvan Guichaoua, ricercatore indipendente (Francia), Marc-Antoine de Montclos, Direttore della ricerca presso l’Istituto di ricerca per lo sviluppo (Francia), Jean-Pierre Olivier de Sardan, direttore emerito della ricerca al Cnrs (Francia), ricercatore presso il Lasdel (Francia-Niger), Seidik Abba, giornalista-scrittore (Niger), Ornella Modera, ricercatrice (Francia-Togo), Ronald Cameron, direttore editoriale del Journal des Alternatives (Canada), François Polet – Ricercatore presso il Cetri (Belgio), Amadou Mbow della Rete Roa-Prodmac (Senegal), Mamadou Diouf del Mignane – Forum sociale senegalese (Senegal), Alioune Tine, presidente e fondatore del Centro Afrikajom (Senegal), Alexandre Gubert Lette, presidente di Tournons La Page Sénégal (Senegal), Philippe Nanga, Coordinatore dell’associazione Un Monde Avenir (Camerun), Lamin Ould Salem, giornalista-scrittore (Mauritania), Elias Behanzin, coordinatore nazionale di Tournons La Page Benin (Benin), Alseny Farinta Camara, coordinatore nazionale di Tournons La Page Guinea (Guinea), Ibrahima Diallo, avvocato e cofondatore della Fndc(Guinea), Kaourou Magassa, giornalista (Mali), Félicité Doubangar, comunicatrice (Francia-Ciad) e Venance Konan, scrittore (Costa d’Avorio).