«Non c’è nessuna notizia certa su dove si trova e sui passi intrapresi per liberare padre Gigi Maccali. Non viene meno, tuttavia, la fiducia in chi sta facendo di tutto per la sua liberazione. Un grazie alle innumerevoli persone che si sono mobilitate, sia per tenere accesa la fiamma della preghiera, sia per tenere alta l’attenzione delle istituzioni, sia per testimoniare la propria vicinanza e solidarietà alla famiglia e ai confratelli e ai cristiani del Niger»: lo dichiara all’Agenzia Fides padre Marco Prada, della Società per le Missioni Africane (Sma) di Genova, a quasi due mesi dal rapimento del confratello padre Gigi Maccalli.
«Il prossimo 17 novembre – aggiunge padre Marco – il prossimo 17 novembre, a due mesi esatti dal sequestro, il Vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, presiederà la veglia di preghiera e la marcia organizzata dal Centro Missionario di Crema, diocesi di origine di padre Maccalli».
Il missionario riferisce: «I nostri confratelli in Niger continuano a visitare alcune comunità cristiane fuori Niamey, anche nella zona di frontiera con il Burkina Faso, dove è stato rapito padre Gigi Maccalli. Potranno raccogliere le testimonianze della popolazione e ottenere qualche notizia in più su ciò che sta accadendo. I mass-media infatti ci riportano informazioni su un’operazione dell’esercito nigerino, ancora in corso, per contrastare i gruppi jihadisti presenti in zona».
La situazione in Niger continua ad essere critica. «Scene di guerra vi sono anche a Torodi, cittadina e parrocchia a circa 60 chilometri dalla capitale», hanno riferito a Fides fonti locali. «Come annunciato dal ministro degli interni, le forze governative hanno attaccato i gruppi jihadisti installatisi nella zona, proprio dove è stato rapito padre Maccalli. Secondo la testimonianza di alcuni missionari, vi sono stati diversi feriti e due morti tra i militari nigerini. Nulla si sa per ora delle perdite dei gruppi menzionati. L’operazione è apparentemente ancora in atto», concludono le fonti.