Le forze armate del Niger hanno ucciso più di 280 militanti di Boko Haram dall’inizio di un’offensiva condotta sia via terra che attraverso raid aerei contro il gruppo avviata la scorsa settimana. Lo ha reso noto in un comunicato il ministero della Difesa di Niamey, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters.
Nel comunicato si legge che l’operazione militare sarebbe stata lanciata venerdì scorso lungo il corso del fiume Komadugu, che segna il confine fra il Niger e la Nigeria, e da allora più di 200 combattenti jihadisti sarebbero stati “neutralizzati” da attacchi aerei e 87 sono stati uccisi dalle truppe nigerine sul terreno.
Boko Haram, che ha base nel nord-est della Nigeria, conduce attacchi periodici in Niger, Ciad e Camerun, essendo attivo in tutta la regione attorno al bacino del Lago Ciad da almeno 9 anni. Nel giugno 2016 più di 30 militari nigerini sono stati uccisi in un attacco degli estremisti islamici nigeriani di Boko Haram nella città di Bosso, nel sud-est del Niger, inducendo il Ciad a inviare 2 mila uomini per aiutare i suoi vicini dell’Africa occidentale a contrastare il gruppo islamista, prima che le autorità di N’Djamena decidessero il ritiro nell’ottobre 2017 aumentando l’insicurezza nella regione di Diffa.
Nonostante la lotta in corso nella regione per debellare la minaccia terroristica che ha destabilizzato l’area e causato migliaia di vittime anche indirettamente. Lo testimonia il dato riportato dal sito web nigeriano Vanguard, secondo cui negli ultimi 11 mesi sarebbero morti 5113 nigeriani a causa di Boko Haram, violenze settarie e scontri tra agricoltori e allevatori. Il geografo Christian Seignobos ha scritto su Le Monde che Boko Haram è sintomatico degli odi latenti nell’area e allo stesso tempo la causa del loro riaccendersi.