Un giudice del Tribunale penale internazionale delle Nazioni unite per il Ruanda (Ictr), istituito ad Arusha in Tanzania, ha ordinato il rientro in Tanzania di otto cittadini ruandesi espulsi dal Niger a dicembre. Lo riportano le agenzie internazionali.
Quattro di loro sono stati condannati dall’Ictr per i crimini commessi prima e durante il genocidio ruandese del 1994: si tratta dell’ex prefetto, Alphonse Nteziryayo, dell’ex capo dell’intelligence militare, Anatole Nsengiyumva, e degli ex ufficiali dell’esercito, Tharcisse Muvunyi e Innocent Sagahutu. Gli altri quattro sono stati invece assolti dal Tribunale penale internazionale: si tratta di Protais Zigiranyirazo, fratello dell’ex first lady considerato una figura di spicco del regime hutu, Francois-Xavier Nzuwonemeye, ex comandante di un battaglione d’élite, l’ex ministro dei Trasporti, Andre Ntagerura, e Prosper Mugiraneza, ex ministro della pubblica amministrazione.
L’Onu e il Niger hanno firmato un accordo di ricollocazione lo scorso novembre, ma alla fine di dicembre il Niger ha emesso un ordine di espulsione di sette giorni contro di loro “per motivi diplomatici”: il Niger ha affermato che la decisione va incontro alle preoccupazioni del governo ruandese, che aveva espresso il proprio disappunto per la disponibilità nigerina, e così gli otto si sono trovati incastrati in un caso diplomatico molto complesso perché nessuno degli interessati vuole tornare in Rwanda.
Il giudice del tribunale ha affermato che “quella che sembrava essere una buona soluzione” ai problemi delle persone assolte e rilasciate “si è ora trasformata in una possibile violazione dei diritti umani”.