Il presidente del Niger Mohamed Bazoum ha tenuto un lungo discorso, giovedì sera all’Università Luiss di Roma, in occasione dell’incontro dal titolo “Italia, Niger, Europa, Africa. Due continenti, un unico destino”, organizzato dalla Fondazione Med-OR presieduta dall’ex-ministro dell’interno italiano Marco Minniti. All’incontro hanno partecipato anche il ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi, il ministro della Difesa Guido Crosetto e la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini.
Nel suo discorso Bazoum, richiamando al lavoro svolto insieme nel 2015 con l’allora ministro Minniti in materia di sicurezza per governare i flussi migratori, ha parlato di come “l’intuizione di allora del Niger come frontiera meridionale dell’Europa” è diventata oggi un punto di riferimento per il dialogo euro-africano e intra-africano. Un dialogo che Bazoum ha detto di voler portare avanti assieme ai partner europei: “Abbiamo oggi una cooperazione militare che si è tradotta con interventi sotto varie forme dei paesi europei nel campo della sicurezza” ha detto Bazoum, che fa della lotta al terrorismo uno dei pilastri della sua politica regionale. Una battaglia in cui il ruolo dell’Europa è fondamentale, sia dal punto di vista economico che della formazione: i gruppi islamisti infatti “dispongono di mezzi finanziari importanti e oggi i gruppi terroristi che sono attivi nel Sahel, che si tratti di Boko Hram o che si tratti di quelli usciti dal Mali come Al Qaeda o Daesh, tutti hanno delle attrezzature, degli equipaggiamenti militari di livello superiore ai nostri eserciti, almeno per quanto riguarda certe armi specifiche per questo tipo di conflitti” ha detto facendo l’esempio dei fucili M80, che stanno sostituendo i Kalashnikov negli arsenali dei gruppi terroristici, e dei lanciarazzi Rpg.
Alla questione del terrorismo Bazoum ha affermato di collegare inevitabilmente la questione educativa: il fragile sistema scolastico nigerino fa si che molti ragazzi siano costretti ad abbandonare la scuola molto presto, spesso finendo così arruolati tra gruppi armati quando ci si trova di fronte ad enormi difficoltà di trovare lavoro. Difficoltà che, ha detto Bazoum, sono particolarmente marcate nel settore agricolo, la principale economia del Paese, settore nel quale Bazoum incoraggia le aziende europee a seguire l’esempio dei primi tre investitori nel Paese per quanto riguarda l’agricoltura, ovvero Cina, India e Turchia: “Se aziende turche, cinesi e indiane vengono a investire per guadagnare perchè non lo fanno anche le aziende europee?”.
Nel suo discorso, il presidente nigerino ha chiaramente ammiccato ai recenti colpi di stato nei Paesi vicini, Mali e Burkina Faso in particolare, e nel suo ribadire più volte il desiderio di continuare le partnership con l’Italia e i paesi europei schiera chiaramente il Niger in netta opposizione, almeno sul fronte geopolitico, ai due paesi vicini. Inoltre, al netto delle forti recenti polemiche in Africa occidentale sulla presenza francese, le parole di Bazoum sono inequivocabilmente volte a ribadire la partnership con il blocco europeo e americano.
Terzo pilastro riguarda la lotta all’esplosione demografica, che in Niger “viaggia a circa 3,8% l’anno”, ha detto Bazoum: “La lotta al cambiamento climatico, la lotta alle gravidanze precoci e all’inefficienza del sistema scolastico sono le mie priorità ma se non ci mobilitiamo insieme per fare fronte comune continueremo ad attaccarne gli effetti e mai la causa”.