Il loro compito dovrebbe essere quello di lottare contro i gruppi armati terroristi che attaccano i civili, ma invece, soldati ciadiani di stanza in Niger si sono resi responsabili di gravi reati, stupri su almeno due donne e una bambina. I fatti si sono svolti a Tera, nella regione di Tillaberi, nel sudovest del Niger, vicino al confine con il Burkina Faso e con il Mali.
Gli abusi, commessi a marzo, sono stati denunciati dalla Commissione per i diritti umani del Niger (Cndh) e confermati da una missione della Forza congiunta G5-Sahel (Fc-G5S). Le accuse di stupro e tentato stupro riguardano soldati dell’8° battaglione, che hanno abusato di una ragazza di 11 anni e di due donne sposate in presenza dei loro mariti sotto la minaccia delle armi. “Alcune vittime non hanno voluto testimoniare per paura di essere stigmatizzate in un contesto di pressione socio-culturale”, riferisce la Cndh, che segnala allo stesso tempo che, oltre a comprovati casi di stupro e tentato stupro, avvengono anche casi di aggressione e confisca di proprietà a cittadini. Inoltre, la Cndh ha notato una circolazione senza regole di soldati ciadiani con alla mano armi pesanti e leggere nella città di Tera.
“Di fronte a eventi così gravi – si legge in un comunicato della Forza congiunta – in collaborazione con le autorità nigerine e ciadiane, l’Fc-G5S ha adottato misure appropriate”: il ritiro delle forze dei soldati incriminati, il loro rimpatrio nel Paese di origine, sanzioni disciplinari, l’apertura di un’indagine penale di concerto con i sistemi di giustizia penale in vigore, l’assistenza immediata alle vittime. Infine, il richiamo formale del requisito del rispetto dei diritti umani e del dovere di esemplarità dei soldati della Forza, che deve essere rivolto da ciascun comandante di battaglione ai soldati posti ai suoi ordini.
È stata così istituita una commissione d’inchiesta posta sotto il controllo del pubblico ministero della Repubblica del Niger, la cui missione è quella di raccogliere tutte le informazioni essenziali alla gerarchia per valutare gli eventi accaduti in Tera in modo che i colpevoli rispondano per i loro atti e che si adottino misure affinché non si ripetano. Infine, la Forza congiunta ricorda che applica una politica di “tolleranza zero” in materia di atti contrari ai diritti umani, compresa la violenza sessuale di genere.
Il portavoce dell’esercito ciadiano, il generale Azem Bermandoa, ha dichiarato che la gerarchia militare “ha adottato misure precauzionali per sospendere da un lato i presunti colpevoli, e aprire subito un’indagine per individuare le varie responsabilità”. Lo stato maggiore si dissocia da questo “comportamento oltraggioso e presenta la sua compassione alle vittime e alle loro rispettive famiglie”. Lo stato maggiore assicura che saranno prese energiche sanzioni quando al termine delle indagini saranno accertate l’identità e la colpevolezza dei presunti colpevoli.
Il ministero degli Esteri di N’Djamena chiede di non trarre conclusioni affrettate sulla reputazione dell’esercito ciadiano, uno dei pilastri militari della regione.
(Celine Camoin)