La notizia è stata divulgata nel fine settimana: 12 contadini nigerini sono stati uccisi durante un duplice attacco da parte di uomini armati nei villaggi di Doukou Saraou e Doukou Makani, nella regione di Tillaberi, nel sud-ovest del Niger.
Le vittime sono state tutte uccise nei loro campi. La stampa locale ha riferito che questo genere di episodi non si era verificato nella regione da agosto 2022. “Con l’avvicinarsi della campagna agricola, questa strategia di terrore guidata dai gruppi terroristici armati rischia di amplificare una situazione umanitaria già allarmante con il massiccio spostamento di popolazioni in questa regione di confine del Mali che, nonostante il significativo dispiegamento di forze militari nigerine e straniere, continua a subire attacchi ripetuti e molto spesso mortali da parte di sospetti terroristi, principalmente membri dello Stato islamico nel Sahel”, scrive ActuNiger.
Secondo fonti locali, intorno alle 14:00 di giovedì 20 luglio 2023, uomini armati in motocicletta hanno compiuto il loro raid omicida tra Doukou Saraou e Doukou Makani, due villaggi a meno di un chilometro dalla città di Anzourou, non lontano dal confine con il Mali. Le vittime, la cui lista ha fatto il giro dei social erano tutti uomini e stavano lavorando nei loro campi quando sono stati sorpresi dagli aggressori, presunti membri dello Stato Islamico nel Sahel, il gruppo terroristico armato (GAT) più attivo in questa regione di Tillaberi, nella cosiddetta area dei tre confini.
Nel 2022, una crisi alimentare ha colpito duramente questa zona a causa della mancanza di pioggia e soprattutto degli attacchi di sospetti terroristi. Molti contadini che avevano osato coltivare i loro campi erano stati uccisi. Nel 2021 le autorità hanno dovuto reinsediare nel capoluogo Tillaberi 12.000 abitanti fuggiti dai loro villaggi dopo una serie di attacchi e ultimatum emessi dai gruppi terroristici
Nel settembre 2021, il presidente Mohamed Bazoum si era persino recato ad Anzourou per assicurare alle popolazioni che saranno prese misure per rafforzare la sicurezza nell’area. Da allora, ricorda ActuNiger, il sistema militare nella regione è stato notevolmente rafforzato con diverse operazioni lanciate dalle forze nigerine e dai soldati degli eserciti partner, in particolare quelli della forza francese Barkhane che sono stati ridispiegati nell’area dopo la loro partenza dal Mali.
Lo scorso giugno, il Gruppo di lavoro umanitario delle ong internazionali, piattaforma di ong internazionali attive in Niger nei settori dello sviluppo, della resilienza e dell’aiuto umanitario, aveva già allertato le autorità e i vari attori umanitari sull’urgenza di un’azione coordinata di fronte all’imminente stagione magra (giugno-agosto), i cui effetti potrebbero contribuire a indebolire ulteriormente le comunità vulnerabili. Secondo la nota di advocacy pubblicata in tal senso, la violenza contro le popolazioni civili e le minacce poste da gruppi armati non statali hanno spinto molte famiglie e comunità a spostarsi contro la loro volontà verso aree più sicure. Una situazione aggravata anche da ricorrenti shock climatici tra cui inondazioni, insufficiente e cattiva distribuzione delle precipitazioni, perdita di raccolti, perdita di posti di lavoro e di alternative economiche nonché perdita di pascoli che indeboliscono ulteriormente le comunità e promuovono l’insicurezza alimentare.