Almeno 20 manifestanti sciiti del Movimento islamico nigeriano (Imn) sono morti nelle proteste riesplose questa settimana nella capitale Abuja. È quanto denunciato venerdì dal portavoce del movimento, Ibrahim Musa, citato dalla stampa nigeriana. Come riporta AlJazeera, il portavoce ha dichiarato che altri tre manifestanti sarebbero morti in detenzione a seguito delle ferite d’arma da fuoco riportate durante gli scontri e almeno altri 15 verserebbero “in gravi condizioni di salute” in detenzione. Va sottolineato che le autorità nigeriane non hanno ancora fornito un bilancio ufficiale delle vittime degli scontri degli ultimi giorni.
Giovedì l’organizzazione non governativa Human Rights Watch (Hrw) ha denunciato “l’uso eccessivo” della forza da parte della polizia nigeriana contro i manifestanti, chiedendo di mettere fine alla repressione e di indagare sugli episodi di abuso nei confronti dei militanti, come riporta Agenzia Nova. “Le forze di sicurezza nigeriane dovrebbero attenersi ai principi di base delle Nazioni Unite sull’uso della forza e delle armi da fuoco da parte dei funzionari delle forze dell’ordine”, si legge in una nota pubblicata sul sito ufficiale di Hrw.
L’ong ricorda i “principi di base” Onu, secondo i quali le forze di sicurezza devono “applicare mezzi non violenti prima di ricorrere all’uso della forza e delle armi da fuoco”, e per i quali quando “l’uso legale della forza e delle armi da fuoco è inevitabile”, le forze di sicurezza “dovrebbero esercitare moderazione e agire in proporzione alla gravità del reato”.
Secondo Hrw, è presumibile che la polizia nigeriana abbia invece sparato “senza giusta causa” in occasione della “protesta pacifica” tenuta dai militanti Imn davanti alla sede del parlamento di Abuja lunedì 22 luglio.
Le proteste degli ultimi giorni sono riesplose dopo la partecipata manifestazione del 9 luglio scorso, quando i manifestanti Imn si sono dati appuntamento davanti al parlamento di Abuja per un sit-in poi degenerato in scontri con la polizia. Dopo quegli scontri 40 militanti Imn sono stati arrestati e 65 chiamati a comparire in tribunale.
Il Movimento islamico della Nigeria (Imn), principale gruppo militante sciita nigeriano, chiede da tempo la liberazione del suo leader, l’imam Ibrahim Zakzaky, di cui denunciano la detenzione “illegale” da tre anni assieme a sua moglie. A questo scopo, i militanti organizzano puntualmente manifestazioni.
I primi scontri tra l’esercito e i militanti sciiti filo-iraniani dell’Imn sono scoppiati il 12 dicembre 2015 a Zaria dopo che l’esercito aveva denunciato di aver scoperto un complotto per uccidere il capo delle forze armate, Tukur Buratai, nominato dal presidente Muhammadu Buhari per coordinare le operazioni di contrasto al gruppo jihadista Boko Haram.