Sicurezza, ripresa economica e disoccupazione: sono questi i tre cardini attorno ai quali si concentra la campagna elettorale dei tre principali candidati alla guida della Nigeria, Ahmed Tinubu dell’All Progressive Congress (Apc), il partito attualmente al potere, Atiku Abubakar del Partito democratico popolare (Pdp) e Peter Obi del Partito laburista (Lp). Tutti e tre promettono di affrontare la crescente insicurezza, l’alto costo della vita, creare posti di lavoro e rilanciare il economia se saranno eletti come presidente.
I candidati presidente sono in totale 18 e stanno tutti attraversando il Paese in lungo e in largo per raccogliere voti e convincere i 93 milioni di elettori del Paese africano a registrarsi per andare a votare il prossimo 25 febbraio.
Tinubu promette di concentrarsi sulle riforme monetarie e commerciali, sulla crescita inclusiva e sulla creazione di posti di lavoro, aumentando inoltre la spesa per le infrastrutture. Atiku concentra i suoi discorsi sulla “privatizzazione dell’economia per la prosperità del popolo”, un programma che ha già sostenuto come vicepresidente del Paese e presidente del Consiglio economico della Nigeria, tra il 1999 e il 2007. Per Obi la grande promessa riguarda quella di un’economia guidata dalla partecipazione del settore privato.
La situazione nel Paese però è di grande scetticismo per queste promesse, che suonano come ridondanti, in uno dei momenti in cui l’economia del Paese è maggiormente in difficoltà: il debito della Nigeria è salito a 11 trilioni di naira (24,2 miliardi di dollari) in tre anni, sebbene l’inflazione sia leggermente scesa al 21,34%, da una media del 21,47% degli ultimi 17 anni.