Secondo le autorità sanitarie nigeriane il Paese è ad “altissimo rischio di aumento della trasmissione della febbre emorragica virale Lassa”. Il Centro nigeriano per il controllo delle malattie (Ncdc) ha reso noto in un comunicato di aver attivato un centro operativo nazionale multisettoriale di emergenza per la febbre di Lassa di livello 2 per rafforzare e coordinare le attività di risposta in corso nel Paese, a seguito di una valutazione del rischio effettuata da stakeholder ed esperti il 20 gennaio.
La valutazione del rischio ha identificato “una tendenza all’aumento senza precedenti del numero di casi confermati rispetto agli anni precedenti; un aumento del numero di Stati che segnalano i casi rispetto agli anni precedenti e un aumento del rischio di infezioni del personale sanitario e di decessi dovuti all’infezione da febbre di Lassa”, ha specificato l’Ncdc.
Al 22 gennaio, la Nigeria aveva registrato 244 nuovi casi confermati di febbre di Lassa, con un totale di 37 decessi e un tasso di mortalità del 15,1%, secondo il Centro di controllo. Il bilancio delle vittime della febbre di Lassa in Nigeria ha raggiunto almeno 189 casi da 1.067 casi confermati in 27 Stati del Paese alla fine del 2022, nonostante l’intensificazione delle misure del governo per ridurre le infezioni.
Nelle ultime settimane, solo nello Stato nigeriano di Edo, i decessi registrati per febbre di Lassa sono saliti a 13, mentre i casi confermati sono saliti a 115 dallo scoppio dell’epidemia nello Stato. Lo riportano i media locali, che citano il commissario di Stato per la sanità, Akoria Obehi, che ha diffuso i dati aggiornati ai giornalisti lo scorso fine settimana, in una conferenza stampa.
Pur rilevando che lo Stato è adeguatamente preparato ed attrezzato per gestire i casi segnalati di febbre di Lassa il commissario ha incaricato le persone che manifestano sintomi come forte mal di testa, vomito e febbre alta di correre al più vicino centro sanitario per ricevere le cure.
Gli esseri umani di solito entrano in contatto con il virus Lassa attraverso l’esposizione a cibo o oggetti domestici contaminati dall’urina o dalle feci di ratti Mastomys infetti. La malattia è endemica nella popolazione dei roditori in alcune parti dell’Africa occidentale.
In alcuni casi, la febbre di Lassa presenta sintomi simili a quelli della malaria, comparendo tra una e tre settimane dopo l’esposizione al virus. Nei casi più lievi, la malattia provoca febbre, affaticamento, debolezza e mal di testa.