di Andrea Spinelli Barrile
I vettori aerei della Nigeria (Aon) hanno lanciato un allarme, sostenendo di avere solo tre giorni di autonomia per volare, dopodiché potrebbero essere costrette a dover lasciare i propri aerei a terra a causa dell’aumento dei costi del gasolio e della difficoltà di approvvigionamento del carburante per aerei.
L’amministratore delegato di Air Peace e vicepresidente degli operatori aerei della Nigeria (Aon), Allen Onyema, lo ha reso noto durante un’audizione pubblica della commissione della Camera dei rappresentanti che indaga sulla scarsità di carburante, un fenomeno che da oltre un mese affligge tutto il Paese con pesanti ripercussioni in tutti i settori e per le famiglie.
Onyema ha detto che i membri dell’Aon potrebbero iniziare ad addebitare ai nigeriani un sovrapprezzo di 120.000 naira a biglietto (circa 288 dollari) per i voli nazionali e potranno operare solo per i prossimi tre giorni, dopodiché dovranno chiudere. Le compagnie aeree nigeriane sono sprovviste di licenze autonome per l’importazione dei carburanti e devono quindi utilizzare i canali tradizionali per il proprio approvvigionamento: “Quello che chiediamo al governo è di darci il diritto di importare carburante per aerei”, ha detto Onyema in Commissione.
Onyema è riuscito ad ottenere un prezzo al litro calmierato per il carburante, da 1,61 dollari al litro a 1,20 dollari al litro, e il governo ha affermato di tenere in considerazione la richiesta degli operatori aerei di importare direttamente il carburante. L’intesa sul nuovo prezzo del carburante ha però validità soltanto per tre giorni, dopodiché le compagnie aeree dovranno rinegoziare i loro contratti con gli importatori.
Nella stessa audizione in cui è intervenuto Onyema, il presidente dell’Associazione nigeriana dei principali commercianti di prodotti petroliferi (Moman) Olumide Adeosun ha sottolineato come l’aumento dei prezzi internazionali del petrolio abbia avuto un forte impatto sulla liquidità dei commercianti e degli operatori aerei, ma ha anche affermato che il principale problema risiede nella sostanziale assenza di una produzione locale di carburanti per aerei.
“In Nigeria ci sono raffinerie modulari che potrebbero produrre diesel e altri carburanti, ma oggi non è possibile vendere sul mercato questi prodotti perché queste raffinerie non sono ancora certificate”, ha detto ai membri della commissione della Camera dei rappresentanti nigeriana che indaga sulla scarsità di carburante, ricordando come il Paese sia il principale produttore di greggio in Africa ma sia costretto a importare dall’estero la quasi totalità del proprio fabbisogno di prodotti petroliferi raffinati.
Da oltre un mese la Nigeria è alle prese con una profonda crisi di approvvigionamento di carburante, iniziata con il ritiro di milioni di litri di carburante adulterato dal mercato. Da allora la compagnia nazionale petrolifera, che estrae ma non raffina il petrolio, si barcamena con difficoltà nell’approvvigionare il carburante e questo sta velocemente degradando sia il tessuto economico che quello sociale, con lunghe code ai distributori, il razionamento e l’impossibilità di garantirsi la continuità dell’energia elettrica grazie all’uso di generatori.