Nigeria – I vescovi: «Strage di cristiani, Buhari si dimetta»

di Enrico Casale
il Presidente nigeriano Buhari

I Vescovi nigeriani chiedono che il Presidente Muhammadu Buhari si dimetta se non è in grado di assicurare la sicurezza di tutti i cittadini. La richiesta  è contenuta in un comunicato pubblicato il 29 giugno, all’indomani del massacro di più di 200 agricoltori cristiani commesso il 23 giugno da pastori musulmani fulani (peuls) in alcuni villaggi dello Stato centrale di Plateau.

«Ancora una volta chiediamo al presidente Muhammadu Buhari di risparmiare il Paese da ulteriori sofferenze e dal caos, dall’anarchia e dalla morte – si legge nel comunicato e rilanciato dall’Agenzia Fides -. Ripetiamo qui quello che abbiamo detto nella nostra ultima dichiarazione: se il presidente non riesce a garantire la sicurezza del Paese, ha perso la fiducia dei cittadini. Non può più governare i campi di sterminio e i cimiteri di massa, così è diventato il nostro Paese».

A fine aprile la Conferenza Episcopale della Nigeria aveva pubblicato un duro comunicato con il quale chiedeva a Buhari di dimettersi dopo il massacro del 24 aprile nel villaggio di Mbalom, nel quale sono stati uccisi due sacerdoti, don Joseph Gor e don Felix Tyolaha, insieme a 15 parrocchiani. I vescovi ripetono inoltre che «non si può più considerare una mera coincidenza il fatto che i perpetratori di questi crimini odiosi sono della stessa religione di coloro che controllano gli apparati di sicurezza, incluso lo stesso presidente. Le parole non bastano al presidente e ai capi dei servizi di sicurezza per convincere il resto della cittadinanza che i massacri non facciano parte di un progetto religioso più ampio».

Le violenze non sono però a senso unico. Anche gli allevatori cristiani compiono rappresaglie contro i fulani. I Vescovi notano che in questo caso le forze dell’ordine sono in grado di arrestare rapidamente i colpevoli. Lo stesso non accade nel perseguire i colpevoli dei massacri dei cristiani.
Secondo Amnesty International 1.813 persone sono state uccise in 17 dei 36 stati della Nigeria dall’inizio dell’anno – più del doppio degli 894 morti nel 2017.

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