Amnesty International ha accusato l’esercito nigeriano di detenere illegalmente ragazze e giovani donne fuggite dalla prigionia di Boko Haram. Secondo l’Organizzazione internazionale i militari ritengono che le ragazze sostengano ancora il gruppo ribelle islamico. In una dichiarazione ufficiale l’esercito ha negato ogni accusa, che secondo Amnesty tuttavia si basano su un lavoro basato su 126 interviste svolte dal 2019 al 2024 con numerose ex-prigioniere.
31 ragazze hanno detto di essere state trattenute illegalmente in caserme militari per diversi giorni, e fino a quasi quattro anni di detenzione, tra il 2015 e la metà del 2023, in genere a causa della loro associazione, reale o percepita, a Boko Haram.
Boko Haram ha dominato il panorama securitario del nord della Nigeria per anni: secondo le Nazioni Unite il gruppo islamista, tra i più feroci mai apparso in Nigeria, ha ucciso più di 35.000 persone. Noto per la sua brutalità, il gruppo è stato accusato di tortura, stupro, matrimonio forzato e rapimento. Il crimine più noto di Boko Haram è stato il rapimento di 300 ragazze a Chibok, nel 2014.
Da allora, decine di ragazze sono state rapite e molte hanno vissuto per anni con i combattenti di Boko Haram. Alcune sono scappate, altre sono state costrette a sposare i miliziani e a fare figli con loro.