Il tasso di inflazione vertiginoso della Nigeria ha eroso il salario minimo mensile di 30.000 naira (poco meno di 60 euro) di oltre il 40% dal 2019. Lo rivela un nuovo rapporto di Afrinvest, una società di consulenza patrimoniale.
Secondo il rapporto, intitolato “The Cost of Nigeria’s Spiraling Inflation Rate on the Average”, negli ultimi due anni i fondamentali macroeconomici della Nigeria sono stati sottoposti a pressioni significative e l’elevato tasso di inflazione ha avuto un effetto negativo sul potere d’acquisto della famiglia media. Di conseguenza, c’è stato un notevole aumento della quota del reddito disponibile reale destinato alla spesa per consumi finali.
Secondo Afrinvest “il nostro modello rivela che il potere d’acquisto delle famiglie con guadagni fissi, come quelli che guadagnano il salario minimo di 30.000 naira, è diminuito di oltre il 40,0% dal 2019 a causa della piaga dell’inflazione”.
Secondo Afrinvest, da quando il salario minimo nazionale è stato aumentato a 30.000 naira, dalle 18.000 naira (35 euro circa) del 2019, l’indice del tasso di inflazione principale è aumentato di circa 68,3 punti percentuali dalla fine del 2019 a 517,39 punti nel febbraio 2023: di conseguenza, si calcola che il potere d’acquisto della famiglia media è stato eroso del 40,6%.
Il rapporto ha inoltre osservato che collegandolo all’allocazione familiare media dal reddito disponibile, la lettura del tasso di inflazione medio sia addirittura peggiorata al 18,8% nel 2022, grazie all’ulteriore pressione sulle catene di approvvigionamento globale, alimentate dalla guerra in Europa orientale .
Secondo Afrinvest, una modesta revisione al rialzo del salario minimo nazionale, unita a uno sforzo concertato mirato a incrementare il livello di produzione a breve termine (per frenare l’inflazione da domanda) e ad attenuare gli shock dal lato dell’offerta, sarebbero le giuste soluzioni per evitare che più famiglie scendano al di sotto della soglia di povertà.
