Amnesty International sostiene che le forze di sicurezza nigeriane, nella loro lotta contro il separatismo Igbo, nel sud-est del Paese, hanno commesso una serie di violazioni dei diritti umani e crimini ai sensi del diritto internazionale. In particolare, da gennaio a ora, sarebbero stati compiuti arresti di massa e riscontrate azioni di “forza eccessiva e illegale”, tra cui casi di tortura.
Osai Ojigho, direttore nazionale di Amnesty International per la Nigeria, parla di un quadro caratterizzato dalla “forza spietata e eccessiva delle forze di sicurezza nigeriane negli stati di Imo, Anambra e Abia” per rispondere alle uccisioni e alle violenze attribuite al gruppo Eastern Security Network (Esn), che costituisce il braccio armato dell’organizzazione fuorilegge Indigeni del Biafra (Ipob).
Secondo i funzionari governativi, l’Esn ha ucciso dozzine di agenti di sicurezza e ha attaccato almeno dieci edifici pubblici, comprese prigioni e stazioni di polizia, da gennaio a giugno. In risposta, le forze di sicurezza che comprendono militari, polizia e servizi del Dipartimento di Stato (Dss) hanno ucciso dozzine di uomini armati ma anche civili, nei contesti in cui sono stati commessi attacchi.
Testimoni oculari hanno riferito ad Amnesty International che le forze di sicurezza si sono impegnate in un uso eccessivo della forza, abusi fisici, detenzioni segrete, estorsioni, incendi di case, furti ed esecuzioni extragiudiziali di sospetti, riporta l’organizzazione sul suo sito web. I gruppi per i diritti umani hanno stimato che il bilancio delle vittime della violenza tra gennaio e giugno 2021 negli stati di Anambra, Imo, Abia ed Ebonyi potrebbe raggiungere le centinaia. La polizia ha affermato che i combattenti dell’Esn hanno ucciso 21 membri del suo personale nel solo stato di Imo.
Amnesty International ha svolto un’ampia indagine per documentare le violazioni dei diritti umani e i crimini previsti dal diritto internazionale negli stati di Anambra, Imo, Ebonyi e Abia dal gennaio 2021. L’organizzazione ha documentato 52 episodi di uccisioni illegali e 62 casi di arresti arbitrari, maltrattamenti e tortura.
Ipob ha sistematicamente negato il proprio coinvolgimento nelle violenze che gli vengono attribuite. Il suo leader Nnamdi Kanu è stato recentemente arrestato in Kenya ed è attualmente sotto processo per tradimento.