Alcuni manifestanti hanno protestato ieri davanti alla Corte d’appello di Abuja, capitale della Nigeria, per esprimere la loro delusione sul modo in cui sono state condotte le elezioni presidenziali di febbraio. “Siamo qui per chiedere alla magistratura di dare giustizia ai nigeriani”, ha dichiarato alla stampa il leader della protesta Orngu Angwu.
Ieri un gruppo di cinque giudici nigeriani si è riunito per una sessione di pre-udienza nel processo che vede i leader dell’opposizione contestare le elezioni di febbraio vinte dal partito al potere All progressives congress (Apc).
Le petizioni che contestano la vittoria di Bola Tinubu (nella foto) sono state presentate a marzo da diversi candidati alle presidenziali, tra cui il principale leader dell’opposizione Atiku Abubakar, arrivato secondo, e l’outsider Peter Obi, terzo.
La Corte ha 180 giorni di tempo dalla data di presentazione delle petizioni per emettere una sentenza, che potrà poi essere impugnata presso la Corte suprema. Ieri non era prevista alcuna decisione importante.
Abubakar, che era alla sua sesta candidatura alla presidenza, ha sostenuto nella sua petizione di aver vinto le elezioni del 25 febbraio. Sia lui che Obi ritengono che i risultati dichiarati dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Inec) non siano validi a causa del “mancato rispetto” delle leggi elettorali e di “pratiche di corruzione”.
Abubakar, noto in Nigeria come “Atiku”, nella sua petizione di 223 pagine ha anche sostenuto che Tinubu non ha raggiunto la soglia legale del 25% dei voti nel Territorio federale della capitale.
Nella sua stessa petizione, Obi, che aveva ottenuto un sostegno di massa da parte dei giovani nigeriani, ha sostenuto di aver vinto le elezioni. In una petizione di 100 pagine, ha anche affermato che Tinubu non era “qualificato a concorrere” a causa del suo coinvolgimento in un presunto caso di droga negli Stati Uniti.
Il presidente eletto ha negato di aver commesso alcun illecito durante il suo soggiorno negli Stati Uniti e sia lui che il suo partito hanno respinto le accuse di brogli elettorali da parte dell’opposizione, facendo appello all’unità.
L’Inec ha riconosciuto “problemi” durante il voto di febbraio, ma ha respinto le affermazioni secondo cui il processo non è stato libero ed equo. Secondo alcuni osservatori, è improbabile che la battaglia giudiziaria in corso possa disturbare il giuramento di Tinubu il 29 maggio, che succederà a Muhammadu Buhari dopo due mandati.
Mentre il Paese è alle prese con una diffusa insicurezza, problemi economici e povertà crescente, molti nigeriani speravano che il voto presidenziale avrebbe portato un cambiamento, ma molti sono rimasti delusi dal modo in cui sono state condotte le elezioni.