Diverse persone, tra cui un poliziotto che partecipava ai cortei, hanno perso la vita ieri, durante il primo giorno di proteste lanciate sotto lo slogan #Endbadgovernance, per contestare il governo e l’intero sistema di potere del Paese, accusato di alimentare il caro vita e la corruzione. Secondo il sito del quotidiano Vanguard Nigeria, basato a Lagos, non meno di 14 manifestanti sono rimasti uccisi: tra questi, sei a Suleja nello Stato del Niger (centro); quattro a Maiduguri, nello Stato di Borno (nord-est); quattro nel nord-ovest, di cui tre nello Stato di Kaduna; e uno nello Stato di Kebbi.
In risposta ai disordini, le autorità hanno dichiarato il coprifuoco dalle 18 alle 6 di oggi negli Stati di Borno e Kaduna, nonché nelle aree di Karu e Keffi nello Stato di Nasarawa (centro), secondo quanto riporta la tv privata Ait.
Scontri tra la polizia e manifestanti sono stati registrati anche nella capitale Abuja e, più a sud, negli Stati di Delta e Bayelsa, mentre le proteste si sono svolte più pacificamente negli Stati sud-occidentali di Lagos e Osun.
A Suleja, circa 40 km a nord della capitale Abuja, decine di persone hanno riportato ferite: le fonti locali parlano di almeno due persone uccise mentre le forze di sicurezza cercavano di disperdere un gruppo di manifestanti che avevano eretto barricate su un tratto dell’autostrada Abuja-Kaduna.
Il sito Premium Times Nigeria riferisce, citando testimoni e l’associazione nazionale degli avvocati, che tra i morti di Suleja ci sarebbe Yahaya Nda Isah, un residente colpito da un proiettile vagante e che, secondo la testimonianza di un nipote, non era nemmeno coinvolto nelle proteste.
Anche oggi i manifestanti di #EndBadGovernance dovrebbero scendere in piazza nei principali Stati della Nigeria per continuare la loro mobilitazione lanciata con l’hashtag, #TenDaysofRage” dieci giorni di rabbia”.
Foto: AFP