Nigeria, nasce con l’intelligenza artificiale un album afrobeats che segna già la storia

di claudia

di Valentina Milani

In una periferia di Lagos, in Nigeria, è nato “Infinite Echoes”, un nuovo album afrobeats. Niente di strano se non fosse che è stato realizzato in tempi record e sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale (AI).

Quando le applicazioni di AI hanno iniziato a diffondersi nell’industria musicale nigeriana, Eclipse Nkasi pensava di avere i giorni contati come produttore. Poi ha fatto un passo indietro, ha visto che c’erano sia opportunità che minacce e nel suo studio della capitale nigeriana si è rimboccato le maniche. “L’intelligenza artificiale non deve per forza sostituire ciò che abbiamo. Offre alle persone una nuova esperienza… ed è così che credo che l’IA scuoterà davvero le cose”, ha detto Nkasi alla Reuters.

L’album è nato in tre giorni e con 500 dollari. In passato, avrebbe impiegato migliaia di dollari e fino a tre mesi per comporre i brani, reclutare i musicisti, registrare le performance, metterle a punto in uno studio tradizionale e distribuirle ai fan.

Come spiega Reuters, Nkasi e tre amici hanno acceso il programma ChatGPT di OpenAI e lo hanno messo al lavoro per aiutarli a creare l’album di nove tracce “Infinite Echoes”. Gli hanno chiesto di generare automaticamente i testi e i titoli delle canzoni, tra cui “God Whispers”, “Love Tempo” e “Dream Chaser”. Poi hanno modificato le parole stesse per adattarle al tema scelto: un artista in difficoltà che non rinuncia alla sua passione per la musica.

Hanno in seguito usato un altro strumento di intelligenza artificiale per generare le melodie. Nkasi ha registrato alcune voci e le ha inserite in un’altra applicazione che ha trasformato la sua voce in quella del cantante generato dall’album. Questa “cantante” virtuale si chiama Mya Blue, che appare davanti al suo pubblico online sotto forma di animazione computerizzata.

Nkasi ha precisato che csi sono cose che diventeranno obsolete” con l’AI. Ma l’intelligenza artificiale è anche uno strumento utile a creare opportunità per gli artisti di reinventarsi e fare il loro lavoro meglio e più velocemente, ha aggiunto.

“La tecnologia sta già trasformando il settore e potrebbe avere un impatto positivo sui valori di produzione e su altri aspetti tecnici del processo di registrazione”, ha dichiarato a Reuters Omotolani Alake, critico musicale di Lagos, il quale ha precisato: “siamo però solo all’inizio e tante cose devono essere ancora considerate, sistemate e sviluppate, come la questione del copyright”. Nel frattempo l’album di Nkasi ha già segnato la storia. 

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