di Claudio Agostoni
L’architetto nigeriano Kunle Adeyemi ha ideato una scuola-zattera per i figli dei pescatori di Makoko. E ora progetta di realizzare un’intera comunità fluttuante
Lagos, la megalopoli nigeriana con più di 22 milioni di abitanti, è costruita sulla terraferma e su una serie di isole che circondano l’omonima laguna. Makoko è un segmento della città, abitato da una popolazione di pescatori che in buona percentuale vivono in case su palafitte. È proprio riadattando l’idea della palafitta, tipica costruzione degli abitanti più poveri della città, che lo studio d’architettura Nlé Architects (nleworks.com) ha progettato la Makoko Floating School, una scuola galleggiante in grado di accogliere cento bambini del quartiere che, sviluppandosi in riva all’oceano, vive in costante pericolo di inondazioni per i cambiamenti climatici e il conseguente innalzamento del livello delle acque.
Un progetto ecologico
La realizzazione della scuola è solo la prima di una delle tre fasi che porteranno alla nascita di una comunità galleggiante. L’idea non è di una griffatissima archistar del nord del mondo, ma di un architetto locale: Kunle Adeyemi. L’aspetto importante della sua costruzione è che si può adattare a qualsiasi impiego, anche come casa oppure per un ospedale. Il tutto, seguendo una visione di sviluppo sostenibile adatta alle comunità costiere africane. Un progetto pensato per consentire agli abitanti di aver accesso alle dotazioni sanitarie, all’acqua pulita e a strutture per lo smaltimento dei rifiuti.
La Floating School di Makoko è un edificio sostenibile al 100 per cento, dai materiali scelti all’attenzione per l’uso di fonti rinnovabili. Il fatto che il legno sia il materiale maggiormente utilizzato non è casuale. Il suo utilizzo, per esempio, nelle strutture che garantiscono schermature con persiane orientabili, consente alle aule di restare ombreggiate e fresche, garantendo ai bambini il giusto comfort.
In cerca di spazi
L’intero sistema è energeticamente autonomo grazie all’istallazione di pannelli solari sulla copertura. Il piano terra (quello a livello dell’acqua) ospita un’area verde comune, mentre le classi si sviluppano sui due piani superiori. Un sistema di recupero dell’acqua piovana permette di incrementare le prestazioni eco-friendly dell’edificio (per esempio l’acqua delle toilette proviene da un sistema di captazione delle acque piovane). Riparati dal sole e dalle intemperie, mentre godono anche di aree verdi e di un piccolo parco giochi, gli studenti diventano così portavoce di un messaggio di architettura sostenibile per l’ambiente e per la comunità.
L’iniziativa, dal forte impatto simbolico, garantisce, oltre a un’educazione paritaria per i bambini del quartiere, anche un ritorno di tipo economico, in quanto attrattiva turistica per la città. Con poco più di 6.000 dollari, legno locale, tanta ambizione e 256 barili di plastica (necessari alla scuola per galleggiare sul Golfo di Guinea), l’idea di Kunle Adeyemi offre anche una possibile soluzione al problema dello sfratto selvaggio degli abitanti delle baraccopoli, un problema che da anni devasta Lagos e la Nigeria. Un colpo fatale per una serie di appetiti speculativi nascosti dietro improbabili progetti di riqualificazione del lungomare di Lagos…