L’80% degli attacchi dei pirati ha luogo nel Golfo di Guinea. Nel 2019 sono stati registrati 146 rapimenti, due volte più che nel 2017. Anche la durata media della detenzione aumentata, ora è di 33 giorni. A fornire questi dati è il rapporto del Mica, un centro creato tre anni fa dalla Marina nazionale francese per monitorare il fenomeno della pirateria sulle principali rotte commerciali mondiali.
Le acque africane sono ancora le più colpite e, in particolare, quelle al largo del delta del Niger. Non più tardi di due settimane fa, i pirati sono saliti a bordo della petroliera MV Ambika mentre era attraccata davanti alle coste nigeriane. Due marinai russi e un marinaio indiano, membri dell’equipaggio, sono stati rapiti e l’intervento di una squadra di soccorso ha provocato la morte di quattro membri della marina nigeriana.
Gli incidenti in quest’area si verificano con relativa regolarità, osserva il rapporto sulla sicurezza. Le acque al largo della Nigeria sono tra le più pericolose al mondo. Gli attacchi in barca sono frequenti. I pirati a volte dirottano le navi per diversi giorni, il tempo di saccheggiare le cisterne e chiedere riscatti contro il rilascio degli equipaggi.
Sono invece calati i numeri di assalti nello Stretto di Aden. L’invio di numerose navi da guerra da parte delle principali potenze internazionali (Italia inclusa) ha scoraggiato i tentativi di abbordaggio rendendo così più sicura la via che porta al Mar Rosso e al Canale di Suez.