È diventato virale sui social media della Nigeria, suscitando l’indignazione generale, un promemoria indirizzato al ministero della Salute dello Stato di Lagos, in Nigeria, e trapelato negli scorsi giorni, che indica che il governo locale aveva approvato una spesa di 61 milioni di naira (circa 75.000 dollari) per la sepoltura di massa di 103 persone identificate come vittime delle proteste #EndSars del 2020. Lo riferisce la stampa locale, secondo la quale la nota datata del 19 luglio 2023, riporta i passaggi per l’elaborazione dei fondi dopo l’approvazione da parte del governatore.
Secondo le informazioni in circolazione, una riunione ministeriale del consiglio di appalti avrebbe discusso le raccomandazioni del comitato di pianificazione degli appalti, durante la quale non sarebbero state sollevate obiezioni all’aggiudicazione del contratto di sepoltura di massa a un fornitore di servizi funebri. La nota trapelata di cinque paragrafi indica anche che le tasse e le detrazioni pertinenti sono rimesse dalla società autorizzata.
In risposta alle accuse, il ministero della Salute dello Stato di Lagos ha confermato la lettera in una dichiarazione domenica sera, ma ha insistito sul fatto che i dettagli sono stati fraintesi.
Il governo statale ha sostenuto che le vittime provenivano da episodi di violenza avvenuti all’indomani delle proteste EndSars.
Numerose sono state polemiche sul numero di morti registrate durante la protesta EndSars, con il risultato che il governatore ha avviato un’inchiesta guidata dal giudice Doris Okuwobi. Dalla protesta del 2020, sia il governo di Lagos che il governo federale hanno costantemente negato qualsiasi uccisione di massa durante le manifestazioni.
Migliaia di nigeriani in tutto il Paese sono scesi in piazza per protestare contro la brutalità della polizia e hanno chiesto riforme di vasta portata, in particolare per quanto riguarda il reparto speciale Sars della polizia. Le settimane di proteste, che hanno attirato l’attenzione internazionale, sono culminate nella controversa sparatoria di manifestanti al popolare Lekki Tollgate a Lagos, uno dei punti di raccolta per coloro che hanno preso parte alle manifestazioni.
Il promemoria arriva oltre due anni dopo le diffuse proteste in tutto il Paese. Il governo di Lagos, nella sua risposta al promemoria, ha sostenuto che le vittime da seppellire non provenivano dalla sparatoria a Lekki Tollgate.
Il segretario permanente del ministero della Salute, Olusegun Ogboye, ha affermato che l’Unità per la salute ambientale dello stato di Lagos (Sehmu) ha raccolto i detti corpi all’indomani di scontri tra comunità delle aree di Fagba, Ketu, Ikorodu, Orile, Ajegunle, Abule-Egba, Ikeja, Ojota, Ekoro, Ogba, Isolo e Ajah dello Stato di Lagos. Ogboye ha aggiunto che i corpi provenivano anche da una rivolta nella prigione di Ikoyi. “Le 103 vittime menzionate nel documento provenivano da questi incidenti e non dal casello di Lekki come presunto. A scanso di equivoci, nessun corpo è stato recuperato dall’incidente del casello di Lekki”, si legge nella dichiarazione.