La Nigeria è la più grande e importante democrazia del Continente Africano, ma non smette di stupire. A sole quattro ore dall’apertura delle urne per le presidenziali la consultazione è stata rinviata di una settimana dopo una riunione d’emergenza notturna della Commissione Elettorale e mentre in molte parti del paese la gente fosse già in fila per esercitare il proprio diritto al voto.
Cosa è successo? Ufficialmente le elezioni sono state rinviate perchè alcuni centri elettorali sono stati dati alle fiamme e perchè in qualche seggio non era arrivato il materiale elettorale. Difficile valutare se si è trattato di problemi che avrebbero messo realmente in discussione la correttezza del voto o meno.
Sta di fatto che il rinvio aumenta sensibilmente il rischio di nuove violenze e di proteste tra i sostenitori dei due principali candidati (in realtà i candidati sono ben 73), il presidente uscente Muhammadu Buhari e il suo rivale Abubakar Atiku, uomo d’affari ricchissimo ma non nuovo alla politica perchè alla fine degli anni novanta è stato il vice presidente di Olusegun Obasanjo, il primo presidente democraticamente eletto.
I sostenitori dei due candidati si sono ovviamente accusati a vicenda di essere responsabili del rinvio e in alcune zone ci sono stati scontri e disordini.
Ad attenuare i rischi c’è il fatto che i due candidati sono entrambi del nord, sono entrambi di religione musulmana, ed entrambi di etnia fulani.
Ciò che è certo è che le valutazioni sullo svolgimento corretto di una consultazione in Africa sono profondamente differenti. Un esempio recente è la Repubblica Democratica del Congo dove so è votato lo stesso e si è proclamato un nuovo presidente nonostante per un milione e mezzo di persone il voto è stato rinviato di due mesi, nonostante non fossero arrivate tutte le schede alla commissione elettorale, nonostante fossero state bruciate le macchinette informatiche per il voto elettronico. In Nigeria invece il voto è saltato, probabilmente per molto meno.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)