A mali estremi, estremi rimedi. All’università di Umaru Musa Yar’Adua in Nigeria, i serpenti sono diventati una seria minaccia. Mordono e uccidono gli studenti. Ma mancano i sieri. L’emergenza è scattata dopo la morte di Zainab Umar, uno studente di economia. Così il rettore ha deciso di ingaggiare un cacciatore di serpenti. Un professionista in grado di bonificare le aule e le sale comuni dell’ateneo e renderlo sicuro.
In Nigeria esistono persone in grado di incantare i serpenti e catturarli a meno nuda. In alcune aree del Paese, soprattutto nel nord, gli anziani formano i ragazzi alla cattura e alla neutralizzazione dei rettili. Spesso poi questi serpenti vengono utilizzati in spettacoli in strada.
Ma, al di là, del folclore, quello dei morsi di serpente è un problema reale in Africa. Nel mondo, ogni anno si stima che cinque milioni di persone vengano morse dai serpenti. Tra loro, circa centomila non sopravvivono mentre 400mila restano sfigurati o disabili in modo permanente. Nella sola Africa sub-sahariana 30mila persone muoiono di morso di serpente ogni anno e si stima che ottomila persone subiscano amputazioni.
Per fronteggiare questa minaccia servirebbero i sieri antiveleno. Si tratta di farmaci particolarmente costosi e che richiedono una conservazione particolare. Spesso i piccoli ospedali o gli ambulatori non hanno i fondi per acquistarli e, se anche li avessero, non sarebbero in grado di conservarli in modo appropriato. Finora poi i sieri venivano calibrati in base al veleno del singolo serpente. Così un ospedale doveva acquistarne di molti tipi diversi.
Negli ultimi anni sono stati studiati e realizzati sieri polivalenti, in grado di neutralizzare più tipi di veleni. Anche in questo caso sono molto costosi e la domanda, per forze, è limitata. Così per le aziende farmaceutiche non è conveniente produrli.
Così al rettore dell’università nigeriana non resta che arruolare un cacciatore di serpenti. Nella speranza che sia particolarmente bravo e riesca a catturarne il numero più alto possibile.