Quasi 500 persone, tra cui molti bambini, erano tenuti prigionieri e letteralmente in catene in una scuola coranica a Kaduna, in Nigeria. La polizia li ha tratti in salvo e, stando a quanto riportato dalle autorità sarebbero stati presumibilmente maltrattati e torturati sessualmente mentre erano in detenzione.
Come riportato dalla BBC, c’erano anche bambini di appena cinque anni erano tra le persone costrette in catene in quella che si pensava fosse una scuola islamica, hanno detto gli ufficiali. Il capo della polizia di Kadunal, Ali Janga, ha riferito che l’edificio è stato perquisito dopo una soffiata su attività sospette. L’ufficiale l’ha descritta come una vera e propria “casa della tortura” e un luogo di schiavitù umana.
Otto sospetti, molti dei quali insegnanti, sono stati arrestati. Il capo della polizia ha affermato che quando gli agenti hanno fatto irruzione nell’edificio, hanno trovato ragazzini incatenati, con segni di torture e ferite, denutriti.
I media nigeriani hanno pubblicato fotografie scioccanti di alcuni dei prigionieri liberati. In una si vede un ragazzino con cicatrici sulla schiena, apparentemente conseguenze delle frustate ricevute. Un’altra immagine mostra le gambe di un altro giovane, con ancora i ceppi delle catene alle caviglie.
La polizia, citata dal sito Sahara Reporters, ha detto che le vittime provenivano da varie regioni della Nigeria ma anche da altri Paesi africani, tra cui Burkina Faso e Mali.
“Ho trascorso tre mesi qui con catene alle gambe”, ha raccontato Bell Hamza ai media nigeriani. “Questo dovrebbe essere un centro islamico, ma in realtà facevano altre cose. I più giovani erano costretti a rapporti omosessuali. Io sono stato per tre mesi con le gambe incatenate, chi tentava di scappare veniva punito severamente: veniva legato, picchiato e appeso al soffitto”.
La maggior parte dei bambini hanno riferito alla polizia che i loro parenti li avevano portati lì credendo che l’edificio fosse una scuola coranica.
Come ricorda il Guardian, le scuole islamiche, conosciute come Almajiris, sono comuni in tutto il nord musulmano della Nigeria. La povertà diffusa spinge molti genitori a lasciare i propri figli nelle istituzioni, ma sono stati incalzati da notizie di abusi e accuse di avere costretto i bambini a chiedere l’elemosina in strada. Per questo diversi attivisti hanno invitato il governo a mettere fuorilegge le scuole.