Nigeria tra siccità e inondazioni: il cambiamento climatico nei volti di Adunni e Ms Tia

di claudia

Di Federico Pani

Il cambiamento climatico sta colpendo duramente l’Africa subsahariana, e la Nigeria ne è un chiaro esempio. Il nord soffre di siccità periodiche, mentre il paese è colpito da inondazioni e frane dovute a piogge torrenziali. Abi Daré, nel suo romanzo “Un grido di luce”, esplora gli effetti di questi disastri su un’adolescente, Adunni, accusata dalla sua comunità per la siccità. Attraverso Adunni e Ms Tia, una donna benestante di Lagos, Daré evidenzia come il cambiamento climatico possa essere vissuto in modo diverso.

Il 10 settembre scorso, le forti piogge hanno causato lo straripamento della diga di Alau, nello stato del Borno, provocando gravi inondazioni nella città di Maiduguri e nei dintorni. Case, mercati, campi, bestiame e diverse strutture sanitarie sono stati gravemente danneggiati. Secondo le autorità locali, quasi 400 mila persone sono state sfollate e accompagnate in centri informali, prevalentemente ex scuole, privi di acqua potabile e con un numero insufficiente di latrine.

La situazione, già drammatica a causa di anni di sfollamenti, insicurezza alimentare e difficoltà economiche, è ora ulteriormente peggiorata. Già prima delle inondazioni, l’intera popolazione di Maiduguri stava affrontando enormi sfide, tra cui una delle peggiori crisi di malnutrizione registrate nel nord-est della Nigeria. Le inondazioni, l’acqua contaminata e l’inadeguato trattamento delle acque reflue hanno portato a un’impennata dei casi di colera. Duncan Harvey, Direttore nazionale di Save the Children in Nigeria ha dichiarato: “in Nigeria le inondazioni stanno peggiorando la vita dei più vulnerabili, soprattutto dei bambini nel nord-est. La situazione sta rendendo irraggiungibili cibo e acqua potabile e la malnutrizione e le malattie sono già diffuse tra i più piccoli”. Al primo ottobre, in Nigeria, sono stati confermati più di 450 casi di colera, tra cui 32 decessi: per il 37% dei casi si tratta di bambini.

Con l’aumento delle temperature globali, il Paese sta registrando un riscaldamento accelerato. Un esempio emblematico è il lago Ciad, uno dei più importanti bacini idrografici dell’Africa, che tocca Nigeria, Ciad, Camerun e Niger. Dipendente esclusivamente dalle piogge, il lago si è ridotto del 90% negli ultimi decenni a causa della siccità, mettendo a rischio la sopravvivenza di oltre trenta milioni di persone che vivono grazie alle sue acque.

Nel frattempo, un motto in pidgin English sta guadagnando popolarità tra i giovani nigeriani: “No Gree for anybody“, che significa “Non lasciarti intimidire o ingannare“. Questa frase, diffusissima sui social media dall’inizio del 2024, riflette la frustrazione della gioventù di fronte a problemi sistemici come la corruzione, il caro vita, l’insicurezza e la mancanza di servizi pubblici. Potrebbe anche rappresentare il desiderio di riformare una nazione che sembra bloccata da sfide strutturali.

Tra queste sfide, una ulteriore resta di certo la siccità. Abi Daré, scrittrice nigeriana, ha espresso con forza l’impatto della crisi climatica sulle donne nelle aree rurali: “Per chi vive in città la crisi climatica è qualcosa di cui parlare alle conferenze. Poi c’è quella parte di mondo femminile che non sa cosa significano quelle due parole, ma lo provano sulla pelle”. Le sue parole sottolineano come la crisi climatica sia vissuta in modo diretto e devastante, specialmente dalle comunità più vulnerabili.

clima

Nel suo ultimo romanzo “Un grido di luce” le conseguenze degli effetti del cambiamento climatico e della siccità si riversano sui desideri di un’adolescente. La giovane protagonista, Adunni, viene accusata dalla comunità locale di essere una delle responsabili della siccità che ha colpito il villaggio dove è cresciuta: secondo la tradizione, deve compiere un sacrificio per espiare la colpa e convincere gli spiriti sacri a riportare la pioggia. Questo riflette una visione diffusa in Nigeria, dove le donne, viste come simboli di fertilità e vita, possono essere accusate di essere responsabili di eventi naturali come siccità o inondazioni. La scrittrice sottolinea come questa convinzione sia radicata nell’idea che le donne, proprio perché portatrici di vita, abbiano un legame particolare con la terra, percepita anch’essa come un’entità femminile che genera e nutre.

Il romanzo di Daré mette a confronto due prospettive diverse su questa realtà. Da una parte c’è Ms Tia, una donna benestante che vive a Lagos, immersa in uno stile di vita occidentalizzato. Per lei, i cambiamenti climatici sono una questione teorica, che emerge dalle pagine dei giornali e dalle conferenze accademiche. Dall’altra parte, c’è Adunni, cresciuta in un contesto rurale, dove i disastri naturali non sono concetti astratti, ma esperienze concrete che stravolgono la vita quotidiana.

In Nigeria le crisi si avvertono in modo diverso, a seconda del luogo in cui si vive. Mentre Tia legge di siccità e inondazioni da lontano, Adunni le vive sulla sua pelle: vede il paesaggio del suo villaggio trasformarsi e soffre l’impossibilità di coltivare la terra arida. Per Adunni e le persone come lei, che non hanno nemmeno familiarità con il termine “cambiamento climatico”, è una lotta quotidiana per la sopravvivenza, fatta di alluvioni, inondazioni e terreni sterili.

La scrittrice sottolinea che la sfida del contrasto ai disastri naturali deve essere raccolta da governi, aziende e organismi internazionali, che hanno la responsabilità di creare soluzioni concrete per migliorare la qualità della vita delle persone e aiutare le comunità a fronteggiare queste nuove minacce. Daré richiama l’attenzione sul fatto che, mentre le iniziative governative possono fare la differenza, lo spirito d’intraprendenza delle comunità locali è cruciale.

In molte aree della Nigeria, gli abitanti, con risorse minime, stanno già cercando di adattarsi, trovando modi alternativi per coltivare e sopravvivere alle nuove condizioni climatiche. Tuttavia, per rendere questi tentativi duraturi e sostenibili, è necessario un sostegno economico e formativo, con esperti che possano tradurre queste iniziative di emergenza in cambiamenti a lungo termine.

Rifacendosi alle parole del celebre scrittore nigeriano Chinua Achebe, Daré conclude che il problema della Nigeria non è il carattere della sua gente o le risorse naturali, ma la mancanza di leadership. Soltanto un intervento coordinato e consapevole, sia a livello locale che internazionale, potrà supportare le comunità nigeriane ad affrontare le sfide del cambiamento climatico in modo efficace e sostenibile.

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