di Stefania Ragusa
La stagione del colonialismo italiano è durata ben 80 anni. Iniziata nel 1882 con l’acquisto della baia di Assab, si è formalmente chiusa il 1° luglio del 1960 con l’ultimo ammainabandiera a Mogadiscio. E ha molto inciso nella storia del Paese e dei Paesi colonizzati. Ciononostante, e a dispetto delle prove documentali portate dagli storici (Angelo Del Boca in primis), la convinzione dominante è che, alla fin fine, gli italiani in Africa abbiano fatto “cose buone”.
Francesco Filippi, che molti ricorderanno per il volume Mussolini ha fatto anche cose buone, in “Noi però gli abbiamo fatto le strade” (Bollati Boringhieri, 2021, pp. 208, € 12,00) ci dimostra che no, nessuna strada potrà mai «compensare i massacri, la cancellazione di intere culture, la perdita di indipendenza di milioni di persone». Anche perché, come dice il proverbio, le strade si tracciano camminando, non violentando e uccidendo.