Il personale medico ivoriano ha ricevuto lunedì le prime dosi del vaccino contro il virus Ebola in seguito alla scoperta del primo caso positivo ad Abidjan dopo ventisette anni.
Il primo caso di Ebola è stato annunciato dal ministero della Sanità, dell’Igiene Pubblica e della Copertura Sanitaria Universale, precisando che è stato confermato dall’Istituto Pasteur ivoriano dopo l’esame di un campione prelevato il 13 agosto 2021 presso il pronto soccorso dell’Ospedale universitario di Cocody (Abidjan).
La persona ammalata – un caso isolato e importato, secondo il ministero – è una giovane donna di 18 anni, di nazionalità guineana, arrivata in Costa d’Avorio l’11 agosto da Labé, in Guinea, con destinazione Abidjan. La giovane è stata diagnosticata e curata immediatamente dai servizi sanitari il 12 agosto. Si trova attualmente in isolamento e in cura presso il centro per le malattie altamente epidemiche dell’ospedale universitario di Treichville. Sabato, dopo la scoperta di questo caso di ebola, si è tenuta una riunione di emergenza del comitato di sorveglianza sanitaria, nonché una riunione interministeriale di emergenza sotto la guida del primo ministro Patrick Achi. Al termine di questi incontri sono state adottate misure, in particolare la riattivazione della sorveglianza comunitaria della risposta a ebola, l’organizzazione del monitoraggio dei contatti individuati, la sensibilizzazione, la prevenzione, la diagnosi e la gestione dei casi confermati.
Si è inoltre deciso di rispettare le linee guida per la diagnosi e la gestione delle febbri emorragiche, il perseguimento del rigoroso rispetto delle misure di barriera emanate contro il covid-19 che restano valide per la malattia da virus ebola, l’intensa collaborazione transfrontaliera con la Guinea, l’attuazione delle procedure standard del Regolamento sanitario internazionale (Rsi). La Costa d’Avorio ha vaccini contro ebola. Era dal 1994 che non si registravano casi di ebola nel Paese.
L’ultima epidemia di ebola in Guinea, scoppiata il 14 febbraio, è stata dichiarata finita lo scorso 19 giugno dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), oltre che dal ministro della Salute del Paese Remy Lamah. Complessivamente ci sono stati 16 casi confermati e 7 ritenuti probabili, con 12 morti.
Uno studio portato avanti da un pool di ricercatori di diverse università africane e europee ha evidenziato un’alta probabilità che a innescare il nuovo focolaio di ebola non sia stato un nuovo passaggio da animale a uomo, ma il risveglio del virus dormiente all’interno di un organismo umano che lo stava ospitando. Dopo l’epidemia del 2013-2016, gli scienziati avevano scoperto che il virus poteva rimanere per lunghi periodi di tempo in alcuni siti “immunitari privilegiati” del corpo.
Lunedì è iniziata la somministrazione del vaccino al personale medico ivoriano presso il Centro Ospedaliero Universitario (CHU) di Cocody, un distretto di Abidjan. “Operatori sanitari, parenti stretti e contatti della vittima sono stati i primi a essere vaccinati, ricevendo vaccinazioni da 5.000 dosi inviate dalla Guinea”, ha riferito il portavoce Germain Mahan Sehi. Gli operatori sanitari ivoriani avevano precedentemente affermato che le vaccinazioni dei “gruppi mirati” erano già iniziate domenica.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, c’è un secondo caso sospetto di ebola in Costa d’Avorio, dopo quello della giovane guineana ricoverata. Lo ha annunciato martedì 17 Agosto il telegiornale della Rti, precisando che la fonte della notizia è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Si contano anche nove casi contatto, che sono stati vaccinati. Un portavoce dell’Oms ha detto che i primi risultati mostrano che “si tratta probabilmente il ceppo Zaire del virus”, ovvero il sottotipo del virus ebola che ha afflitto la Guinea quest’anno così come durante la grande epidemia in Africa occidentale. È la terza volta che si registra ebola in Costa d’Avorio, e la terza volta quest’anno in Africa, dopo la Guinea e la Repubblica Democratica del Congo.