Un caso positivo di malattia da virus ebola è stato registrato in Costa d’Avorio. Lo ha annunciato il ministero della Sanità, dell’Igiene Pubblica e della Copertura Sanitaria Universale, precisando che il caso è stato confermato dall’Istituto Pasteur ivoriano dopo l’esame di un campione prelevato il 13 agosto 2021 presso il pronto soccorso dell’Ospedale universitario di Cocody (Abidjan).
La persona ammalata – un caso isolato e importato, secondo il ministero – è una giovane donna di 18 anni, di nazionalità guineana, arrivata in Costa d’Avorio l’11 agosto da Labé, in Guinea, con destinazione Abidjan. La giovane è stata diagnosticata e curata immediatamente dai servizi sanitari il 12 agosto alle ore 20. Si trova attualmente in isolamento e in cura presso il centro per le malattie altamente epidemiche dell’ospedale universitario di Treichville. Sabato, dopo la scoperta di questo caso di ebola, si è tenuta una riunione di emergenza del comitato di sorveglianza sanitaria, nonché una riunione interministeriale di emergenza sotto la guida del primo ministro Patrick Achi. Al termine di questi incontri sono state adottate misure, in particolare la riattivazione della sorveglianza comunitaria della risposta a ebola, l’organizzazione del monitoraggio dei contatti individuati, la sensibilizzazione, la prevenzione, la diagnosi e la gestione dei casi confermati.
Si è inoltre deciso di rispettare le linee guida per la diagnosi e la gestione delle febbri emorragiche, il perseguimento del rigoroso rispetto delle misure di barriera emanate contro il covid-19 che restano valide per la malattia da virus ebola, l’intensa collaborazione transfrontaliera con la Guinea, l’attuazione delle procedure standard del Regolamento sanitario internazionale (Rsi). La Costa d’Avorio ha vaccini contro ebola. Era dal 1994 che non si registravano casi di ebola nel Paese.
L’ultima epidemia di ebola in Guinea, scoppiata il 14 febbraio, è stata dichiarata finita lo scorso 19 giugno dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), oltre che dal ministro della Salute del Paese Remy Lamah. Complessivamente ci sono stati 16 casi confermati e 7 ritenuti probabili, con 12 morti.
Uno studio portato avanti da un pool di ricercatori di diverse università africane e europee ha evidenziato un’alta probabilità che a innescare il nuovo focolaio di ebola non sia stato un nuovo passaggio da animale a uomo, ma il risveglio del virus dormiente all’interno di un organismo umano che lo stava ospitando. Dopo l’epidemia del 2013-2016, gli scienziati avevano scoperto che il virus poteva rimanere per lunghi periodi di tempo in alcuni siti “immunitari privilegiati” del corpo.