di Céline Camoin
L’Organized Crime and Corruption Reporting Project ha stilato una lista dei peggiori presidenti dell’anno appena passato. Per l’Africa subsahariana la maglia nera va al presidente keniano William Ruto e al presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema Mbasogo.
Due presidenti dell’Africa subsahariana spiccano nella lista nera dell’Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp) per il 2024: il presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema Mbasogo e il presidente keniano William Ruto.
La rete di giornalismo investigativo, con sede ad Amsterdam, ha attributo a Obiang Nguema un “Lifetime Non-Achievement Award”, ovvero un premio speciale a uno dei dirigenti più longevi al mondo. Dopo aver guidato un colpo di Stato nel 1979 per prendere il potere dallo zio, Obiang ha “brutalmente represso ogni dissenso con arresti illegali, sparizioni forzate e torture”, si legge. “Attraverso la paura, la repressione e la corruzione, Teodoro Obiang ha creato una dinastia di ricchezza e impunità”, ha affermato il giornalista investigativo ghanese Anas Aremeyaw Anas, che quest’anno è stato giudice del concorso. “Le sue tendenze dittatoriali vengono rapidamente replicate dai leader in tutto il continente africano, con i leader del colpo di stato che oggi lo considerano un padrino, nutrendo ambizioni simili a quelle di diventare padrini della corruzione come lui”.
Un numero senza precedenti di persone, oltre 40.000, ha scritto per nominare il presidente keniano William Ruto come “Persona dell’anno”. Alimentati da una controversa proposta di legge finanziaria, dalla disoccupazione giovanile e dalla rabbia per il governo corrotto, i giovani keniani hanno organizzato manifestazioni per settimane tra giugno e luglio scorsi, chiedendo le dimissioni di Ruto. Le forze di sicurezza hanno risposto con gas lacrimogeni, idranti, arresti e proiettili: molte persone sono state uccise, ferite o sono scomparse in seguito alle proteste.
Al primo posto dei peggiori presidenti, è emersa la figura del deposto leader siriano Bashar al-Assad. “Il regime di Assad era caratterizzato da un controllo centralizzato, dalla repressione del dissenso e dalla dipendenza da un potente apparato di sicurezza. Le sue forze sono state accusate di diffuse violazioni dei diritti umani, tra cui tortura, omicidio, uso di armi chimiche, detenzioni di massa e attacchi contro i civili”. Si legge nel comunicato dell’Occrp. .
Dal 2012, il premio “Persona dell’anno” dell’Occrp ha individuato dirigenti responsabili di instabilità nel mondo attraverso la criminalità organizzata e la corruzione. Il vincitore è stato scelto da una giuria di esperti provenienti dalla società civile, dal mondo accademico e dal giornalismo.