I Paesi africani possono ancora raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030? Le traiettorie di crescita africane e l’impatto della covid-19 stanno attualmente gettando dubbi sulle capacità di alcune nazioni di raggiungere alcuni traguardi in questo settore.
Si è riflettuto su tali scenari nel corso della seconda giornata del 7° Forum regionale africano per lo sviluppo sostenibile (Arfsd) che, in programma dal 1° al 4 marzo, si sta svolgendo online e fisicamente a Brazzaville, Repubblica del Congo. L’Arfsd, che si tiene quest’anno con il titolo “Costruire meglio in avanti: verso un’Africa resiliente e green per raggiungere l’Agenda 2030 e l’Agenda 2063”, mira a fare il punto sui progressi compiuti verso l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, Sdg) e dell’Agenda 2063, oltre a facilitare lo scambio di informazioni ed esperienze tra i Paesi e promuovere soluzioni e azioni trasformative che accelerino la loro attuazione.
Secondo il rapporto sullo sviluppo sostenibile dell’Africa dell’ Economic Commission for Africa (Eca), l’attuazione degli Sdg e dell’Agenda 2063 in Africa ha affrontato diverse sfide anche prima dell’inizio della crisi del covid-19.
Prima della pandemia, spiega Eca, le disparità di reddito erano in aumento in tutta la regione; e mentre la povertà estrema era quasi scomparsa in Nord Africa, più del 50% della popolazione dell’Africa centrale viveva sotto la soglia di povertà estrema. Circa nove persone estremamente povere su dieci nel mondo vivono attualmente in Africa. L’Eca avverte quindi che il covid-19 spingerà altri 5-29 milioni di persone sotto la soglia di povertà estrema. Se l’impatto della pandemia non sarà limitato entro la fine del 2021, altri 59 milioni di persone potrebbero subire lo stesso destino, il che porterebbe il numero totale di africani estremamente poveri a 514 milioni di persone.
L’Africa continua a sperimentare disparità nell’accesso universale all’energia, all’elettricità e anche ai combustibili e alle tecnologie pulite per cucinare.
Mentre i Paesi africani hanno fatto progressi verso l’obiettivo di riduzione delle emissioni e sono riusciti ad aumentare del 4,5% la percentuale di aree di biodiversità chiave tra il 2010 e il 2020, la regione è rimasta vulnerabile al cambiamento climatico con una capacità di risposta limitata. Inoltre, l’Africa ha perso una media di 3,9 milioni di ettari di foresta all’anno tra il 2010 e il 2020 a causa della crescita della popolazione, della povertà e dell’espansione agricola.
Di fronte a queste difficoltà, gli esperti dell’Eca hanno suggerito diverse strategie per accelerare la ripresa africana come: creazione e rafforzamento dei sistemi di protezione sociale per la riduzione sostenibile della povertà, e investimenti in fattori chiave come la salute riproduttiva, la salute mentale, l’accesso all’assistenza sanitaria di base e l’istruzione; migliorare l’ambiente attraverso politiche di estrazione e uso sostenibile delle risorse naturali; investire in tecnologie moderne e digitali per aumentare la produttività e incoraggiare l’innovazione; adottare un approccio incentrato sulle persone quando si affrontano questioni relative alla governance, alla pace e alla sicurezza.
Per finanziare questi sforzi, l’Eca ha raccomandato l’uso di un approccio multilaterale coordinato per la riduzione del debito, la ristrutturazione del debito e il finanziamento dello sviluppo, nonché la mobilitazione delle risorse interne. E’ stato inoltre presentato l’Integrated Planning and Reporting Toolkit (Iprt), progettato per aiutare i Paesi africani a facilitare l’integrazione degli Sdge dell’Agenda 2063 nei loro piani di sviluppo nazionali e il monitoraggio della loro attuazione.