Le conseguenze delle crisi ambientali sulle persone più vulnerabili sono quest’anno il tema al centro della Giornata mondiale dell’aiuto umanitario che si celebra oggi, 19 agosto, in occasione dell’anniversario del bombardamento della sede delle Nazioni Unite a Baghdad nel 2003 in cui persero la vita 22 persone.
“La crisi climatica non colpisce tutti allo stesso modo – viene sottolineato nel sito internet sviluppato dalle Nazioni Unite per la Giornata mondiale dell’aiuto umanitario e raggiungibile all’indirizzo worldhumanitarianday.org – Le persone nelle comunità vulnerabili stanno già perdendo le loro case, i loro mezzi di sussistenza e le loro vite”.
Nel messaggio diffuso per l’occasione, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha in primo luogo reso omaggio agli operatori umanitari che si impegnano per aiutare le persone più vulnerabili, evidenziando come essi affrontino minacce crescenti e che “negli ultimi vent’anni sparatorie, rapimenti e altri attacchi alle organizzazioni umanitarie sono aumentati di dieci volte”. Solo quest’anno, ha aggiunto Guterres, almeno 72 operatori umanitari sono stati uccisi nelle zone di conflitto. Secondo i dati a disposizione delle Nazioni Unite, nel 2021 saranno più di 235 milioni le persone che avranno bisogno di assistenza e protezione umanitaria.
Ricordando poi che la campagna della Giornata mondiale dell’aiuto umanitario per quest’anno è dedicata all’emergenza climatica, il segretario generale delle Nazioni Unite ha affermato che questa “è una gara che stiamo perdendo; ma è una gara che invece possiamo e dobbiamo vincere”.
L’odierna Giornata, nelle intenzioni delle Nazioni Unite, intende dunque essere un’esortazione alla riflessione sui cambiamenti climatici e alle loro implicazioni ambientali, sociali, economiche e politiche. A questo scopo, le Nazioni Unite hanno perciò invitato tutte le persone a svolgere tra il 16 e il 31 agosto 100 minuti di attività che trasmettano un messaggio di non lasciare indietro nessuno nella corsa contro la crisi climatica, in solidarietà con le persone più vulnerabili del mondo e per comunicare ai leader mondiali che parteciperanno a novembre al vertice sul clima (Cop26) previsto a Glasgow, per accelerare così le azioni di adattamento necessarie.