di Tommaso Meo
Nella Repubblica Democratica del Congo, il Natale per milioni di seguaci della Chiesa kimbanguista si festeggia oggi, 25 maggio. È così dal 1999, da quando il leader della Chiesa di allora, Salomon Dialungana Kiangani, decise che il giorno del proprio compleanno fosse la vera data di nascita di Gesù Cristo, essendo lui stesso una sua reincarnazione.
Salomon Dialungana Kiangani, scomparso nel 2001, era figlio del fondatore del kimbanguismo, Simon Kimbangu, considerato anch’egli di natura divina. Quella della “Chiesa di Gesù Cristo sulla terra secondo il profeta Simon Kimbangu” – questo il nome completo – è una storia recente e peculiare. Kimbangu, un missionario battista nel Basso Congo, in seguito ad apparizioni divine predicò solo alcuni mesi prima di essere arrestato nel 1921 dai dominatori belgi. Kimbangu passò trent’anni in carcere, morendo dietro le sbarre nel 1951.
La sua breve predicazione e le notizie di alcune guarigioni miracolose bastarono però a garantirgli un seguito nel Paese. Il movimento da allora è continuato clandestinamente grazie alla moglie e ai figli di Kimbangu e ai primi seguaci. Il kimbanguismo è considerato oggi la più grande Chiesa africana indipendente, anche se non c’è accordo sul numero dei credenti, e la prima ad essere ammessa, nel 1969, al Consiglio mondiale delle Chiese. Statistiche diverse le attribuiscono da 3 a 17 milioni di fedeli. Di certo però la predicazione di Kimbangu e dei suoi successori ha valicato i confini del Paese e comunità kimbanguiste esistono anche nel Congo Brazzaville, nella Repubblica Centrafricana, in Angola, in Burundi e in Europa, grazie alla diaspora.
Natale a Nkamba significa soprattutto processioni vagamente militaresche con l’accompagnamento musicale di bande di tamburi e fiati. Sulla spianata del tempio, il 25 maggio sfilano l’uno dopo l’altro nelle loro uniformi bianche e verdi gruppi di uomini, donne e bambini, molti sventolando rami di palma.
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