Sono oltre 6,5 milioni gli elettori che oggi si recheranno alle in Senegal per eleggere il loro nuovo Capo di Stato. Ci sono cinque candidati in lizza fra cui il Presidente uscente, Macky Sall, 56 anni, è dato come favorito.
In palio, per la prima volta, c’è un mandato della durata di cinque anni, invece di sette, come deciso per volontà popolare con il referendum del 2016, nel quale i senegalesi si sono espressi a favore della riduzione dell’incarico.
Dopo l’esclusione per ragioni giudiziarie di due personaggi importanti nella vita politica senegalese degli ultimi anni, quali il popolare ex sindaco di Dakar, Khalifa Sall, e il figlio dell’ex presidente Abdoulaye Wade, Karim Wade, il capo dello Stato avrà come avversari l’ex premier Idrissa Seck, 59 anni, l’ex ministro degli Esteri Madické Niang, 65 anni, il deputato ed ex ispettore del fisco, Ousmane Sonko, 44 anni, e Issa Sall, 63 anni, docente e fondatore di un’Università privata a Dakar.
“La vittoria al primo turno è indiscutibile”, ha detto il presidente uscente in uno degli ultimi comizi nella capitale Dakar. Sall punta a conquistare già al primo turno il suo secondo mandato, per guidare la seconda fase (2019-2023) del suo Piano di sviluppo “Emerging Senegal”. Finora le opere più importanti realizzate sono state il nuovo aeroporto internazionale di Dakar “Blaise Diagne” e il Treno espresso regionale (Ter) che collega la capitale Dakar alla città di Diamniado, nella parte centro-meridionale del paese. Non è un caso il Senegal è stato infatti uno dei primi paesi del continente ad aderire all’ambizioso progetto cinese della Nuova via della seta (Belt and Road Initiative). Lo è ancor meno se si nota che la Cina è diventata di recente il primo investitore straniero nel paese, con investimenti esteri diretti pari a pari a 1,6 miliardi di dollari.
Ma gli sfidanti di Sall hanno puntato proprio sulla critica a questo progetto nelle loro campagne elettorali, bollandolo come uno spreco di denaro dei contribuenti, che non risponderebbe ai bisogni dei cittadini, ma aumenterebbe il debito pubblico se non dovesse portare gli investimenti previsti.
In effetti il debito pubblico senegalese è in costante aumento (la Banca mondiale parlava del 60,7% del Pil nel 2017), il tasso di disoccupazione alla fine del 2017 era del 15,7%, secondo l’Istituto nazionale di statistica.
Le speranze per una possibile alternativa sono affidate ad Ousmane Sonko, che con i suoi 44 anni è il più giovane candidato in corsa, in un paese dove più del 60% della popolazione ha meno di 25 anni. Ex revisore interno dell’Agenzia delle entrate senegalese, ne aveva redatto il codice etico e denunciato le male pratiche di corruzione, prima di essere rimosso dall’incarico dal presidente Sall con l’accusa di “mancanza di discrezione professionale”.
Leader del partito Les Patriotes (Pastef), Sonko si e’ schierato contro l’uso del franco Cfa, moneta di origine coloniale, e sostiene con forza la necessita’ di rinnovare la vecchia classe dirigente, da lui considerata corrotta.
I primi risultati del voto sono attesi già alla chiusura dei seggi, ma i dati definitivi non si conosceranno prima dell’inizio della prossima settimana. Nel caso in cui nessuno dei candidati dovesse riuscire a superare il 50% delle preferenze è previsto un ballottaggio che dovrebbe tenersi il prossimo 24 marzo.