Il Mediterraneo è ancora via di transito e di morte per i migranti. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), 63.417 migranti e rifugiati sono giunti in Europa via mare dall’inizio dell’anno al 18 settembre e almeno 953 sono periti nel viaggio.
I dati sono in calo rispetto al 2018. Il numero di arrivi risulta in diminuzione del 20% rispetto ai 78.372 segnalati nello stesso periodo dell’anno scorso e i decessi registrati sulle tre principali rotte del Mediterraneo sono pari a circa il 52% dei 1.839 decessi confermati nello stesso periodo nel 2018.
Grecia e Spagna hanno rispettivamente registrato 32.767 e 16.894 sbarchi, pari a circa il 78% del totale. L’Italia 6.570, Malta 2.260 e Cipro 4.926, precisa l’Oim. L’Organizzazione osserva che quasi 20mila uomini, donne e bambini sono sbarcati sulle coste del Mediterraneo dal 16 agosto, pari a una media di oltre 600 persone al giorno, rendendo queste ultime settimane tra le più intense nell’arco di un anno.
Il 2019 è il sesto anno per il quale l’Oim tenta di registrare le morti sulle rotte migratorie di tutto il mondo attraverso il Progetto Missing Migrants.
Dall’inizio del 2014, il progetto ha registrato la morte di 33.474 persone. Per il 2019, il dato mondiale è di 2.312 e con 953 decessi, il Mediterraneo risulta la zona che registra il più alto numero di morti, seguono la frontiera tra Usa e Messico (315 decessi dall’inizio dell’anno), il Nord-Africa (268) e l’Africa sub-sahariana (253). Tuttavia a causa delle sfide legate alla raccolta di informazioni, il numero reale di vite perse durante la migrazione è probabilmente molto più elevato, sottolinea l’Oim.