Non cambia nell’aspetto da ben 20 milioni di anni e per questo è spesso considerato un fossile vivente: stiamo parlando dell’okapi, tanto nominato quanto poco, in realtà, conosciuto.
Si tratta di un animale che vive unicamente in una zona della grande foresta pluviale della Repubblica Democratica del Congo nordorientale e che si distingue per le fattezze davvero bizzare: possiede un manto a pelo corto color nero tendente al rosso con due chiazze bianche ai lati del corpo e una meravigliosa zebratura sugli arti e il posteriore. Un quadro di Picasso insomma!
Gli okapi hanno le dimensioni di un cavallo di media corporatura e possono raggiungere un peso di 250 chilogrammi e un’altezza di 1,5 metri. Appartengono alla famiglia dei giraffidi e sono in grado di brucare foglie anche a tre metri di altezza. Posseggono un olfatto e un udito molto sviluppati, debole è invece la vista.
Interessante è anche il loro comportamento: generalmente schivi e timidi, gli okapi tendono a vivere in solitudine nella fitta foresta per riunirsi in gruppi al massimo di 3 individui nel periodo degli amori e degli accoppiamenti. Nel corteggiamento sono le femmine a richiamare il maschio emettendo suoni cupi. Dopo 14 mesi di gestazione nasce un solo piccolo, che è svezzato dopo circa 6 mesi; le corna compaiono a circa un anno di età. Il piccolo rimane solitamente nascosto nel folto della foresta e la mamma lo allatta raramente.
Gli okapi sono perlopiù diurni ed erbivori: mangiano foglie, boccioli, erba, felci, frutta e funghi.
L’okapi è stato classificato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) tra le specie in pericolo. Tra i principali fattori che ne minacciano l’esistenza vi è la perdita dell’habitat a causa dell’industria del legname e dell’avanzata degli insediamenti umani. Anche la caccia intensa per la carne e la pelle e le estrazioni minerarie illegali hanno contribuito al declino della meravigliosa specie. Nel 1987, con lo scopo di proteggere le popolazioni di okapi, è stato istituito l’Okapi Conservation Project.
(Valentina Giulia Milani)