In una frase, potremmo dire che è la storia dell’elaborazione di un lutto. Quello di Maia, una donna di origine inglese, separata dal marito, con uno studio d’architettura a Città del Capo, che vede la sua vita sconvolta dalla repentina morte del figlio undicenne. Si ritirerà per un periodo prolungato nell’interno, nel Karoo e poi su verso il Botswana. Incontrerà persone, bianchi, in un contesto di isolamento: «La gente, da queste parti, è abituata alle distanze infinite e ai loro tempi; sa che, per convivere con essi, deve abituarsi a sentirsi complice della solitudine e ad amare il deserto interiore che questa natura impone». E ancora: «Maia ha imparato che nel Karoo l’affetto è un gioco di sguardi, non di parole».
Un romanzo dall’atmosfera “assorta”, dove il Sudafrica – terra d’elezione dell’autore – è coprotagonista per i suoi scenari più che per le questioni socio-politiche. E dove la musica – Bach, soprattutto Mozart –, ma più ampiamente il suono, gioca un ruolo essenziale.
Polaris, 2017, pp. 175, € 15,00
(Pier Maria Mazzola)