Con buona pace della duchessa di Sussex, Meghan Markle, andrebbe osservato che non è stata lei la prima persona nera alla corte di Inghilterra. “Tralasciando la controversa regina Carlotta, di cui si è parlato molto per effetto della serie Bridgerton, esistono prove documentali e un’ampia letteratura su Sarah Bonetta Forbes, principessa yoruba divenuta figlioccia della Regina Vittoria”. A ricordarlo, anche attraverso i social network, è la scrittrice di origine somala Igiaba Scego, autrice del romanzo La linea del colore (Bompiani) e dedita da diversi anni alla ricerca sula presenza nera nella storia e nell’arte europea.
Nata come principessa in una dinastia Yoruba dell’Africa occidentale, Sarah Bonetta Forbes, che originariamente si chiamava Omoba Aina, fu catturata da bambina durante un’azione di caccia agli schiavi in cui i suoi genitori furono uccisi dal re Ghezo di Dahomey (1848), famoso monarca implicato nella tratta transatlantica durante i primi anni del XIX secolo.
Fu “regalata” dal re al capitano Frederick Forbes, che era stato inviato in missione in Africa Occidentale. Forbes contrattò con il re, convincendolo a mandarla come “dono” alla regina Vittoria. Prima del viaggio in Inghilterra, fu battezzata “Sarah” e le fu dato il nome del capitano Forbes e della sua nave “Bonetta”. Questo l’ha spogliata del suo nome originale e, simbolicamente, della sua identità dell’Africa occidentale. All’arrivo a Londra doveva avere circa 7 anni.
La regina, colpita dall’intelligenza e dalla dignità della giovane ragazza, divenne la sua protettrice, finanziando la sua istruzione e provvedendo al suo benessere. Sarah era molto apprezzata nella famiglia reale e partecipò a molti eventi sociali tra cui il matrimonio della principessa Victoria, la figlia maggiore della regina. Fu in uno di questi eventi che James Pinson Labulo Davies, un ricco mercante di origine yoruba, prominente nei circoli missionari, la vide per la prima volta e dichiarò il suo interesse a sposarla.
La proposta fu considerata adeguata e Sarah venne incoraggiata a sposare Davis, che era vedovo. Nel 1862 fu celebrato un sontuoso matrimonio. Il vescovo della Sierra Leone officiò la cerimonia e grandi folle si riunirono per assistere allo spettacolo. I giornali dell’epoca hanno riferito che c’erano 10 carrozze trainate da cavalli e 16 damigelle d’onore e che la festa di nozze era composta da “donne bianche con gentiluomini africani e donne africane con gentiluomini bianchi”.
La coppia si stabilì a Lagos, chiamò la primogenita Victoria, in onore della regina, che volle battezzarla. Ebbero altri due figli. Quando Sarah morì di tubercolosi, a soli 37 anni, la regina scrisse nel suo diario: “Ho visto la povera Victoria Davies, la mia figlioccia nera, che questa mattina ha saputo della morte della sua cara madre”.
(Stefania Ragusa)