Oms ad Addis Abeba, continueremo a chiedere accesso al Tigray

di claudia

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) continuerà a chiedere che gli aiuti umanitari possano arrivare nel Tigray devastato dalla guerra in Etiopia nonostante le accuse del governo di Addis Abeba contro Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale della stessa Oms.

Venerdì scorso, il governo di Addis Abeba ha dichiarato ha chiesto all’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite di indagare su Tedros colpevole a loro dire di “dannosa disinformazione” e “cattiva condotta”, accusandolo di sostenere i ribelli nel Tigray (regione di cui Tedros è originario).

Addis Abeba ha presentato la sua denuncia dopo che Tedros – il tigrino di più alto profilo all’estero – la scorsa settimana ha descritto le condizioni nella regione etiope come “un inferno” e ha affermato che il governo stava impedendo l’arrivo sul posto di medicinali e altri aiuti salvavita.

Il governo etiope ha affermato che i suoi commenti minacciavano l’integrità dell’Oms e ha chiesto che Tedros fosse indagato per “cattiva condotta e violazione della sua responsabilità professionale e legale”. Ha inoltre accusato Tedros di sostenere il Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf), il movimento trigrino in guerra con il governo federale da 14 mesi nel nord del Paese. La missione dell’Etiopia alle Nazioni Unite ha anche protestato contro le osservazioni del direttore dell’Oms e ha chiesto a Tedros di astenersi dal trattare “tutte le questioni riguardanti l’Etiopia”.

L’Oms ha risposto ieri dicendo di essere “a conoscenza del fatto che il ministero degli Affari esteri etiope ha inviato una nota verbale”. Ma, ha sottolineato, “L’Oms continuerà a chiedere al governo etiope di consentire l’accesso per fornire attrezzature e servizi umanitari ai sette milioni di persone nel Tigray che vivono in un embargo de facto da più di un anno”.

L’Oms, tuttavia, ha sottolineato che il Tigray non è diverso da qualsiasi altro contesto umanitario nel quale l’organizzazione e le altre agenzie delle Nazioni Unite “richiedono un accesso illimitato per poter proteggere e promuovere la salute e il benessere di tutte le persone vulnerabili e sfollate”. L’organizzazione sanitaria ha ribadito che le è impedito di fornire forniture sanitarie al Tigray dal 15 luglio 2021, “nonostante le molteplici richieste alle autorità etiopi”, anche se le era stato permesso di fornire aiuti ad altre regioni settentrionali del Paese.

Le forze etiopi e i loro alleati combattono il Tplf dal novembre 2020, quando il primo ministro Abiy Ahmed ha inviato truppe nel Tigray dopo aver accusato i ribelli di aver attaccato i campi dell’esercito federale. Migliaia di persone sono morte nei combattimenti, mentre molti altri stanno affrontando serie carenze alimentari.

Il Programma alimentare mondiale ha avvertito venerdì che le sue operazioni si stanno “fermando” nel nord dell’Etiopia perché aspri combattimenti stanno impedendo agli aiuti di raggiungere milioni di bisognosi. 

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