Nel 2020, più di 34 milioni di persone nel mondo vivevano in una situazione di grave insicurezza alimentare, soprattutto in Sud Sudan, Rd Congo, Burkina Faso, nelle regioni del Sahel e del Corno d’Africa, ma anche in Yemen e in Afghanistan. E le proiezioni per il 2021 indicano una continuazione di questa tendenza. È quanto sottolineato dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.
“I conflitti e l’instabilità stanno alimentando una nuova ondata distruttiva di carestia che minaccia di dilagare in tutto il mondo e il ciclo di violenza, fame e disperazione sta coinvolgendo sempre più persone con conseguenze – dal deterioramento economico alla migrazione di massa e alla fame – che colpiscono tutti” ha sottolineato il segretario generale nel corso di un’udienza davanti al Consiglio di Sicurezza. “Nel XXI secolo non deve esserci posto per la carestia e la fame”, ha aggiunto il segretario generale.
Perciò ha chiesto di trovare “soluzioni politiche ai conflitti” e alla fame nel mondo che è strettamente collegata. “Esorto tutti gli Stati a porre fine ai conflitti, non semplicemente a mitigarne l’impatto, una priorità fondamentale della politica estera”, ha ribadito, invitando i membri del Consiglio di sicurezza “a utilizzare la vostra posizione privilegiata per fare tutto ciò che è in vostro potere per porre fine alla violenza, negoziare la pace e alleviare la fame e la sofferenza che affliggono così tanti milioni di persone in tutto il mondo”.