Le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme: servono almeno 4,4 miliardi di euro, entro la fine di marzo, per scongiurare «una catastrofe» in Sud Sudan, Nigeria, Somalia e Yemen. La siccità ha distrutto i raccolti e si sta rischiando una devastante carestia. Gli effetti di questa tragedia sono poi amplificati dalle guerre che si stanno combattendo in tutti e quattro i Paesi.
Secondo Antonio Guterres, Segretario generale dell’Onu, sono più di 20 milioni le persone che stanno sopportando gravissime carenze di cibo ed è necessario intervenire immediatamente. Il rischio è che la situazione degeneri ulteriormente con effetti devastanti. Dei 4,4 miliardi necessari, finora ne sono stati raccolti solo 90 milioni.
Il 20 febbraio il governo del Sud Sudan ha dichiarato lo stato di carestia in varie zone del Paese, più precisamente nello stato settentrionale di Unity, ricco di petrolio. Nel Paese, 4,9 degli 11 milioni di abitanti hanno bisogno di aiuti umanitari urgenti e più di un milione di bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione grave. Davanti a questa situazione tragica, il presidente Salva Kiir ha assicurato in un discorso tenuto il 21 febbraio in Parlamento che «tutte le organizzazioni umanitarie o di sviluppo avranno libero accesso alle popolazioni colpite».
In Nigeria, la carenza di cibo affligge già da più di un anno le regioni del Nord, quelle più colpite dalla ferocia dei jihadisti di Boko Haram. E, nei mesi, la situazione è andata progressivamente peggiorando. La Somalia invece sta sperimentando la carestia da molti anni. Nel 2000, almeno 260mila persone sono morte per mancanza di cibo, la metà dei quali bambini al di sotto dei cinque anni.
In Yemen, la siccità e la carestia è legata alla mancanza di raccolti, ma anche alla guerra tra i ribelli sciiti Houthi e le truppe governative del Presidente Mansour Hadi appoggiate da una coalizione sunnita guidata dall’Arabia saudita.
«La situazione è terribile – ha detto Guterres -. Milioni di persone a malapena sopravvivono nello spazio tra la malnutrizione e la morte, vulnerabili alle malattie e le epidemie, costretti a uccidere i loro animali per il cibo e mangiare il grano hanno salvato per i semi del prossimo anno».