In occasione dell’odierna celebrazione della Giornata Mondiale Umanitaria, il coordinatore umanitario residente del sistema delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc), Bruno Lemarquis, deplora l’escalation di attacchi contro le popolazioni civili e gli attori umanitari nel Paese.
“Sei operatori umanitari sono stati uccisi e 11 rapiti tra gennaio e giugno di quest’anno, con oltre 200 incidenti che hanno preso di mira direttamente gli operatori umanitari sul posto”, ha ricordato Lemarquis.
Tra gennaio e luglio 2024, più di 630 civili sono stati tragicamente uccisi nei territori di Mambasa e Irumu, nell’Ituri, e nei territori di Beni e Lubero nel Nord Kivu, deplora Lemarquis.
Il coordinatore umanitario nella Rdc condanna anche l’indifferenza della comunità internazionale di fronte a questa situazione catastrofica, riferisce Radio Okapi.
“Nonostante la gravità di queste uccisioni e di queste sofferenze, il mondo non è stato sufficientemente indignato da questa situazione catastrofica. Questa assenza di indignazione collettiva, questa tolleranza, mette profondamente in discussione la nostra umanità e la nostra capacità di prevenire e agire contro la violenza sistematica che decima vite innocenti. Ecco perché definisco questa crisi non solo una delle più trascurate al mondo, ma anche una delle più tollerate”.
Lemarquis lancia un grido di allarme, affinché la voce di chi soffre sia ascoltata e siano adottate misure concrete per porre fine a questo ciclo di insopportabile violenza che dura da decenni, e per proteggere i più vulnerabili.
“Nella prima metà del 2024, nella Rdc erano circa 7,3 milioni le persone sfollate, il che corrisponde a più di 400.000 nuovi sfollati da dicembre 2023”, osserva Bruno Lemarquis.
Questi massicci spostamenti di popolazione, generati dai conflitti armati, uniti alle precarie condizioni di vita che ne derivano, secondo lui, creano un terreno fertile per la violenza sessuale contro donne e ragazze e la prostituzione come mezzo di sopravvivenza. A ciò si aggiunge la rapida diffusione di epidemie come colera, morbillo e vaiolo delle scimmie nelle zone colpite da questa violenza.
Il coordinatore ribadisce l’impegno delle Nazioni Unite e delle Ong locali e internazionali a fornire l’assistenza necessaria alle popolazioni colpite dalle crisi, in stretto coordinamento con le autorità nazionali.
“Tuttavia, il piano di risposta umanitaria per il 2024 è finanziato solo al 35%, il che significa che centinaia di migliaia di persone vulnerabili vengono lasciate indietro”, ha deplorato.